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Malattie provocate dall'amianto a Messina, ci sono circa 2500 baracche da demolire

L'assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza

«La Regione Siciliana farà da subito la sua parte nella delicata questione delle malattie provocate dall’amianto». Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza dopo l’incontro stamani al comune di Messina con il sindaco di Messina Cateno De Luca per discutere sull' emergenza sanitaria della popolazione insediata nei sette ambiti oggetto di risanamento, con riferimento agli effetti sanitari dei fattori inquinanti ambientali e sulla necessità di effettuare degli screening medico-sanitari degli abitanti a seguito dell’accertato caso di asbestosi per la presenza di amianto nelle baracche.

«La Regione - ha detto Razza - attiverà due linee di intervento. La prima, attraverso l’Arpa, potrà partire subito per il monitoraggio dell’area; la seconda sarà in capo all’Asp per l’elaborazione di un piano straordinario per la città di Messina. Fino ad oggi non era mai accaduto che si prevenisse il rischio amianto per chi non ha lavorato nell’amianto, dedicando attenzione a chi vive in luoghi contaminati. Era stato fatto solo per la città di Biancavilla e per Messina ripeteremo la stessa esperienza con visite ambulatoriali per tutta la popolazione con due camper messi a disposizione dall’Asp sul territorio; il secondo step sarà l'accertamento radiografico per chi dovesse avere qualche sospetto».

Il Comune di Messina trasmetterà all’ASP il censimento aggiornato alla data dell’1 settembre di tutti gli occupanti dei manufatti ricadenti nei sette ambiti di risanamento. Il Comune si è inoltre impegnato a mettere a disposizione appositi punti luce all’Arpa per l’effettuazione delle indagini finalizzate alla verifica delle fibre di amianto nell’area. L’Asp di Messina, ottenuti i dati di censimento della popolazione da parte del Comune di Messina, si è impegnata in tempi brevissimi a predisporre un piano di controllo sanitario che prevede il coinvolgimento dei medici di medicina generale per l'identificazione di soggetti a rischio e attivare un processo di screening anche con l’utilizzo di mezzi mobili per sottoporre ad accertamenti sanitari la popolazione delle aree a rischio.

La riunione oggi a Messina del sindaco Cateno De Luca con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, il responsabile Arpa Sicilia-servizio territoriale di Messina, Antonino Marchese e il direttore generale dell’Asp Messina, Gaetano Sirna, viene dopo il caso di asbestosi riscontrato in uno degli abitanti delle baracche della città dello Stretto. Il risanamento delle zone dove sorgono ancora le baracche - e le loro «nipotine» cioè quelle ricostruite sulle ceneri di quelle del dopo terremoto del 1908- è uno dei punti su cui De Luca ha discusso col consiglio comunale fino alla formazione dell’agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione urbana di Messina (A.Ris.Me).

Il sindaco aveva dato il via a una task force per mappare le baracche e i loro abitanti. I dati - che sono stati pubblicati dalla Gazzetta del Sud - dicono che vi sono 2487 «immobilì' tra case, box, depositi, stalle, «negozi» da demolire. In questo mix di edifici fatiscenti ricostruiti o costruiti alla buona con materiale di scarto, tra cui componenti che contengono anche amianto, gravitano oltre settemila persone. Le zone dove vi sono le baracche sono suddivise in «ambiti» dalla lettera A alla lettera E. Per ogni ambito sono stati calcolati gli abitanti, i metri cubi da demolire, la superficie occupata da coperture che contengono amianto. Solo a Fondo Fucile, secondo il censimento del Comune, vi sono 13.792 mq coperti con eternit.

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