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Messina, De Luca non si dimette: "Non lascio che mettano le mani sulla città"

Cateno De Luca

Mancava un minuto a mezzanotte quando Cateno De Luca ha strappato le dimissioni che aveva minacciato venti giorni fa in polemica con il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina sulla gestione dell’emergenza Covid. Ha fatto vibrare l’attesa fino alla soglia del termine ultimo, ma un minuto prima ha innestato la retromarcia per l’ennesima volta, restando primo cittadino. Giravolte e bluff del tribuno dello Stretto.

"Si chiude questa fase, se ne apre una nuova. Non lascio che mettano le mani sulla città", ha detto De Luca che durante una lunga diretta Facebook è anche entrato in polemica anche con i consiglieri comunali annunciando l’intenzione di non mettere più piede in Consiglio comunale fino a quando sarà presidente Claudio Cardile e fino a quando non verrà tolta la norma che regola l’astensione. Inoltre rimette le sue deleghe agli assessori Carlotta Previti e Dafne Musolino: "Non voglio avere più avere a che fare con questo Consiglio comunale, che presentino pure la mozione di sfiducia, devo portare fuori la città da questa pandemia, si chiude una fase e se ne crea un’altra".

Nella lunga diretta social serale durata circa tre ore, De Luca ha fatto un dettagliato resoconto di quanto compiuto in oltre due anni di amministrazione come sindaco di Messina e della città Metropolitana. Ha cominciato dalla sua elezione nel 2018, le dimissioni da deputato regionale, l’impegno da sindaco della Città metropolitana. Un altro passaggio è stato dedicato alla riduzione della grave situazione debitoria in cui si trovava la città. E dopo circa due ore di relazione, proprio quando cominciava a parlare delle dimissioni annunciate il 15 gennaio chiedendo la rimozione del manager Paolo La Paglia, il collegamento si è interrotto a causa di un problema tecnico.

Dopo mezzora è ripreso con, in sottofondo, le note dei Queen con "The show must go on". De Luca ha ripercorso tutta la vicenda Asp parlando dello scontro con il direttore La Paglia lamentando di aver condotto una battaglia in solitudine: "Hanno lasciato il sindaco De Luca solo, sono stato isolato. Si sono messi in moto certi potentati di certi palazzi, tutti collegati nella strategia di chi tocca la sanità muore". Il finale, poco prima di mezzanotte, con un brindisi stappando una bottiglia di spumante e riempiendo sei calici ognuno con etichette con scritto Musumeci, Razza, le consorterie, i deputati nazionali e regionali e a una parte della città, strappando le dimissioni: "Mi riprendo la mia fascia perchè questa me l’ha consegnata il popolo e la rimetto con grande orgoglio".

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