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No al green pass per lo Stretto, De Luca un'altra notte in tenda e Musumeci dà l'ultimatum

Il sindaco di Messina Cateno De Luca

Non demorde il sindaco di Messina, Cateno De Luca che da ieri occupa simbolicamente la rada San Francesco, il molo degli imbarcaderi dei traghetti che viaggiano sullo Stretto, chiedendo che venga cambiata la norma che impone il super Green pass per salire su navi e aliscafi che collegano la Sicilia all’Italia. Il sindaco ha già fatto 10 dirette Facebook dal porto - in alcune si fa inquadrare e sta zitto anche tre minuti prima di spiegare le proprie ragioni - dove ha dormito in una tenda e dove passerà anche questa notte. De Luca, che ha inviato la lettera di dimissioni da sindaco, che avranno efficacia dal 6 febbraio - fino ad allora potrebbe ritirarle - annunciando la sua candidatura alla presidenza della Regione, dice che passerà un’altra notte nella sua tenda «perché ancora non ho avuto risposte dalle istituzioni in merito alla mia protesta per la modifica della legge che disciplina l’attraversamento dello Stretto. Non è possibile che passino solo per le persone dotate di super Green pass: un provvedimento assurdo che non tiene conto della continuità territoriale e delle esigenze di salute e lavoro».

Anche il sindaco di Reggio Calabria scende in campo

«Questa mattina oltre a tanti cittadini - prosegue - De Luca - è venuto a trovarmi e manifestare la sua adesione alla mia campagna di protesta, il sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace. Siamo d’accordo che il Governo ha adottato una normativa trascurando completamente di considerare i risvolti pratici dell’obbligo di Green pass rafforzato per l’attraversamento dello Stretto. Abbiamo anche condiviso l’appello al Governo perché adotti immediatamente i correttivi per eliminare questo sequestro di Stato in riva allo Stretto». Situazione analoga anche in Sardegna, dove monta la protesta di coloro i quali non possono imbarcarsi su un aereo o in nave perchè sprovvisti della certificazione, anche nel caso in cui debbano recarsi in altre regioni per cure mediche. E il tema della «continuità territoriale» coinvolge anche i politici di Sicilia e Sardegna non vaccinati e entra nella discussione per l’elezione del presidente della Repubblica con il ricorso alla Consulta di cinque parlamentari delle isole.

L'ultimatum di Musumeci: tra 24 ore autorizzerò io l'attraversamento ai non vaccinati

Ma il vero braccio di ferro è in Sicilia: domenica in una lettera al ministro della Salute Roberto speranza, il presidente della Regione, Nello Musumeci, aveva lanciato «un ultimo appello al governo nazionale affinché si sospenda l’iniquo trattamento riservato ai passeggeri non vaccinati sullo Stretto di Messina». Oggi il governatore dice: «Ho il dovere di attendere 24 ore. In caso di silenzio da Roma, adotterò la mia ordinanza». E intanto chi è senza Super Green pass e vuole attraversare lo Stretto si attrezza come meglio può, come ha fatto l’ex magistrato Angelo Giorgianni che è arrivato a Messina su una barca di pescatori con cui si era messo d’accordo. L’espediente era già stato utilizzato da altre persone. Giorgianni, che è su posizioni no vax, attualmente è segretario dell’organizzazione mondiale per la vita. L’ex magistrato, che nell’ottobre scorso era stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, per aver parlato il 9 dello stesso mese a Roma dal palco dei no Green pass a piazza del Popolo a Roma, dice: «Con la nostra organizzazione abbiamo presentato una richiesta d’infrazione contro l’Italia all’Europa perché con l’obbligo del super Green pass sullo Stretto hanno limitato la libertà personale e non garantito la continuità territoriale».

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