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Reati dei malati psichiatrici e responsabilità dei medici: un messinese guida la rivolta

Monta la protesta degli operatori di psichiatria che rischiano di subire condanne per omissione penalmente rilevante. A riunirne 366, di tutta Italia, nel gruppo «Psichiatria reale», è il messinese Antonio Milici, responsabile del Coordinamento per la salute mentale della Regione Siciliana. Una pagina Facebook raccoglie le loro preoccupazioni per incanalarle in un movimento nazionale. L'obiettivo è modificare l’articolo 590 sexies del codice penale, introdotto con una legge del 2017, che regola la responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie.

«Secondo recenti sentenze della Cassazione - dice Milici - il medico è responsabile del comportamento del paziente anche quando non è soggetto al Tso. Con il risultato che allo psichiatra viene attribuita la colpa quando l’assistito compie atti aggressivi o lesivi». Allo psichiatra è assegnato il compito di «controllo e garanzia» che pone su di lui una responsabilità per omissione penalmente rilevante. «E questo è ancor di più una contraddizione in psichiatrica, che, come tutta la medicina, non è una scienza esatta ma sperimentale. Del resto i principi della psichiatria impongono, là dove ci siano le condizioni, il reinserimento del malato nella società. È evidente che questo comporta dei rischi. Nessuno può prevedere il comportamento futuro di un paziente psichiatrico. Il medico non ha alcuna responsabilità. Né questa può essere rilevata dal giudice a posteriori».

Secondo Milici, le recenti decisioni della giurisprudenza spingono il medico a tutelarsi imponendo il «Trattamento sanitario obbligatorio» anche quando non è strettamente necessario. Le preoccupazioni degli psichiatri sono aumentate dopo alcune sentenze della Cassazione. È accaduto, ad esempio, quando un uomo, con disturbi mentali, è stato assolto dall’aver compiuto un omicidio a Roma mentre gli psichiatri che l’avevano in cura sono stati condannati per concorso colposo. In sostanza sono stati dichiarati responsabili per non avergli imposto il Tso e, quindi, di non aver evitato il delitto». Cosa assurda per Milici, che dice: «Il medico assume solo una obbligazione di mezzi, non certo di risultato, nei confronti del paziente. Questo è quello che fa e può fare la psichiatria e null'altro. Ci sentiamo una categoria sotto attacco e a rischio. Senza contare che l’86 per cento degli operatori della psichiatria ha subito violenze nel corso della professione. Speriamo che la politica accolga il nostro appello per una nuova legge».

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