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Ponte sullo Stretto di Messina, ok dalle commissioni della Camera: il decreto passa all'esame dell'Aula

Salvini mostra il plastico del Ponte ai presidenti di Sicilia e Calabria

Le commissioni Trasporti e Ambiente della Camera hanno approvato il mandato ai relatori a riferire in Aula sul decreto ponte. Il provvedimento va in Aula domani (9 maggio) alle 15 per l'avio della discussione generale. Il decreto Ponte contiene le disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento tra la Sicilia e la Calabria.

«Vorrei fare un attimo di chiarezza - ha detto il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi intervenendo davanti alle commissioni Trasporti e Ambiente - visto che su questo tema si stanno scrivendo e dicendo numeri vari ed eventuali e alcune cose che non sono così. Il costo a noi risulta complessivamente per l’opera di 13,5 miliardi». E ancora: «Nel 2011 il costo era di 8,5 miliardi, quindi è salito da 8,5 a 13 miliardi complessivamente. Di questi 8,5 miliardi, quelli di cui stiamo parlando sull'aggiornamento prezzi sono i 6,7 miliardi che riguardano il contratto col contraente generale».

«I 13,5 miliardi che serviranno a realizzare il Ponte sullo Stretto - conferma il deputato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio - sono una cifra considerevole, ma sono anche investimento necessario a cambiare il Sud e a tutto il Paese. L'opera imporrà l’adeguamento delle infrastrutture interne dell’intero Meridione e invertirà la tendenza che vede il Sud più indietro nello sviluppo infrastrutturale - aggiunge Mangialavori - dando così al Mezzogiorno l’opportunità di diventare la piattaforma strategica al centro del Mediterraneo in un crocevia fondamentale per il traffico merci internazionale. Aveva ragione il presidente Berlusconi a proporlo primo tra tutti 20 anni fa e fa bene oggi il governo a metterlo tra le priorità. In Italia - conclude - gli investimenti sono fermi da troppo tempo e il ritardo infrastrutturale accumulato è un enorme fardello per tutti. Dobbiamo cambiare marcia».

Prima del voto, le opposizioni in commissione hanno dato battaglia. Dopo la presentazione, da parte del Mef, di una riformulazione dell’emendamento di maggioranza riguardante il caro materiali, il centrosinistra aveva chiesto una sospensione dei lavori per poter analizzare il testo, ma la presidenza ha proceduto comunque coi lavori, sostenendo la necessità di rispettare i tempi, visto che il decreto va in Aula domani. «I tempi ci sono, si tratta di una scelta politica», hanno osservato da più parti nell’opposizioni. Anche la presidente di deputati Dem, Chiara Braga, è arrivata in commissione per sostenere il suo gruppo. «Chiediamo una sospensione per analizzare la relazione tecnica, serve una riflessione vista la portata della riformulazione», ha detto Braga. Ma, dopo gli interventi delle opposizioni, il testo è stato comunque posto in votazione ed è stato dato il mandato al relatore per l’Aula.

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