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Movida alle Eolie, il Tar di Catania rigetta due ricorsi: restano in vigore gli orari più restrittivi

Il sindaco Gullo: auspico che le decisioni dei giudici pongano fine alla tentazione di screditare l’azione di questa amministrazione

Nelle isole Eolie la «mala movida» contestata con ordinanza dal sindaco Riccardo Gullo continua ad essere al centro delle polemiche e dall’isola dei vip i ricorsi sono stati rigettati dal Tar di Catania.
Il primo ricorso era stato preannunciato da Angela Mascolo, napoletana ma panarellese d’adozione, del Bridge ed è stato presentato dal messinese Fabrizio Crimi che gestisce il Casual Restaurant e Lounge con la società Panareal srl.
«In particolare si contestano gli orari che sono stati previsti dall’amministrazione comunale che l’ha adottata – spiega il sindaco Gullo - dopo un confronto con gli altri colleghi della provincia promosso dalla prefettura di Messina».
L’ordinanza del 22 giugno scorso, dispone la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande dall’1 al 31 agosto, dalle 02.00 alle 0,600, la regolamentazione delle emissioni sonore, come l’anno scorso, fino all’1 di notte e la chiusura delle discoteche alle ore 2,30 con mezzora di tolleranza – fino alle 3,00 - per il deflusso degli avventori.
Il locale di Panarea è stato rappresentato dall’avvocato Palmira Nigro che «ha contestato le restrizioni sugli orari di apertura e chiusura dei locali di somministrazione di alimenti e bevande, compresi alcuni servizi autorizzati, e ha vietato la diffusione di musica in alcuni esercizi pubblici e stabilimenti balneari».
Ma il Tar di Catania lo ha rigettato.
«Queste restrizioni – si puntualizza tra l’altro - hanno avuto un impatto diretto sull'attività della società. Contestata anche la violazione dell'art. 50 del D.Lgs. 267/2000, che regola le attribuzioni del sindaco in funzioni di competenza statale. Secondo questa norma, può adottare provvedimenti contingibili ed urgenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Tuttavia, l'ordinanza sembra basarsi su una situazione di pericolo puramente presunta e manca di una istruttoria adeguata e di una motivazione congrua. L'ordinanza sembra priva di una giustificazione sufficiente, e la mancanza di una motivazione adeguata potrebbe compromettere il diritto della stessa società di opporsi in modo adeguato alle limitazioni imposte».
Ma l’impugnativa non è stata accolta dall’organismo amministrativo siciliano che «con decreto presidenziale ha rigettato la richiesta di sospensiva».
Il sindaco Gullo è stato rappresentato dall’avvocato Benedetto Calfona di Barcellona con parcella da 4 mila 85 euro.
Un altro ricorso è stato presentato a Lipari dall’avvocato Vincenzo La Cava per conto del bar L’Approdo di Pino Di Grado. Ed anche in questo caso il Tar ha dato torto.
L’avvocato La Cava ha precisato che «pur rigettando la richiesta cautelare dell'ordinanza “anti movida" adottata dal sindaco, ritenendo che il ricorrente non possa tutelare (in questa fase) i danni arrecati all'isola da siffatto provvedimento, lascia intravedere in fase di decisione di merito del gravame la possibile sussistenza di danni all'esercizio commerciale aprendo così la strada all'eventuale condanna dell'ente ai danni patrimoniali subiti per effetto delle limitazioni imposte».
«Continua l’azione amministrativa – ha commenta il sindaco Gullo - per garantire regole uguali per tutti e per la loro osservanza a tutela di tutti. Questo è quello che continuerà a fare, a differenza del passato, che ho il privilegio di presiedere, con tenacia e imparzialità.
L’obiettivo rimane quello di superare situazioni di degrado e pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, a tutela della tranquillità e del riposo dei residenti e non, della sicurezza urbana ed è finalizzato a prevenire ulteriori condotte illecite e conciliare le predette esigenze di tranquillità e riposo con i differenti interessi di tutela dell’attività di impresa e di sostegno alle attività commerciali e turistiche».
«Si auspica – conclude - che la citata decisione del Tar ponga fine alla tentazione di screditare l’azione di questa amministrazione e che possa inaugurare un nuovo percorso che cancelli definitivamente il modo di procedere del passato».

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