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La sicurezza a Vulcano, scoppia la polemica sui ritardi negli interventi

L’associazione la Fucina di Efesto chiede chiarimenti. La Regione elenca le opere effettuate e sollecita il Comune di Lipari a sbloccarne altre. L’Arpa: «Tutte le attività per il monitoraggio dell’isola sono state realizzate»

L’Associazione La Fucina di Efesto di Vulcano lancia un grido di allarme sulla situazione in cui versa l’isola. In particolare, vengono chiesti chiarimenti sulla gestione degli interventi e dei fondi relativi all’emergenza vulcanologica, che avrebbero dovuto mettere in sicurezza l’isola eoliana fin dall’inizio del 2022, a seguito dello stato di emergenza nazionale dichiarato nell’ottobre 2021.

«Siamo stanchi del silenzio – dice la presidente Gaia Thoni assieme agli altri soci - e abbiamo chiesto, attraverso una pec informazioni a tutti gli organi competenti». La risposta, parziale secondo l'associazione perché sette voci di spesa non sono state menzionate, è arrivata da Salvo Cocina, che guida la Protezione civile regionale, che ha inviato il dettaglio di spesa dei quasi 5 milioni di euro destinati a Vulcano.

«In questa nota – proseguono i soci dell’associazione vulcanara - sono evidenziate alcune mancanze da parte del Comune di Lipari per portare a termine l’iter burocratico e sbloccare questi finanziamenti necessari a completare le vie di fuga necessarie in caso di emergenza: il parere ambientale per la messa in sicurezza della SP 178, il cui finanziamento ammonta a 500 mila euro; l’intera progettualità che ammonta a oltre 2 milioni di euro, includendo l’allargamento del tratto finale di questa sede stradale con annessa area di attesa per i veicoli a Gelso. La mancata manutenzione del terminal detto Coa (centro operativo avanzato).Inoltre, non è stata eseguita la sistemazione del “sentiero Cratere”, il cui finanziamento è di oltre 252 mila euro e non c’è traccia delle attività di informazione e comunicazione per la popolazione, per le quali erano stati stanziati 40 mila euro, oltre a qualche raro cartello anche mal tradotto in lingua straniera. Solo in data 31 gennaio 2024, a emergenza finita, è stata deliberata la chiusura del pontile di Ponente, per la messa in sicurezza, si spera definitiva dello stesso, che di fatto blocca tutt’oggi l’Isola alle piccole imbarcazioni. Si parla di lavori che sarebbero dovuti partire due anni fa e che ora rischiano di mettere nuovamente in ginocchio l’Isola prima dell’inizio della stagione turistica. Peraltro, non vi è alcuna traccia della messa in sicurezza del pontile di emergenza di Gelso».

Nella nota lo stesso Cocina specifica che «non sono previste forme di ristoro economico per le attività commerciali che hanno subito un danno per il netto calo di presenze turistiche a seguito dell’emergenza». «Contraddicendo – ribattono gli isolani - una propria ordinanza firmata in data 16 novembre 2021».

Da potenziare è anche il presidio sanitario. «A questo quadro poco confortante – continua l’associazione - si aggiunge il silenzio dell’Asp di Messina che, ancora non si è pronunciata sulla richiesta della stessa Protezione Civile siciliana, per un potenziamento del presidio sanitario di Vulcano per l’ammontare di 30 mila euro».

A chiarimento di alcune questioni è intervenuta l'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, «Tutte le attività – precisa – sono state realizzate per il monitoraggio outdoor e indoor, in qualità di soggetto attuatore, come individuato dal dipartimento della protezione civile.In particolare la rete di monitoraggio outdoor è pienamente operativa sull'isola di Vulcano, e i dati monitorati sono pubblicati giornalmente sul sito dell'Agenzia. Per il monitoraggio indoor sono stati installati i sensori nelle abitazioni messe a disposizione dai cittadini e si stanno rivalutando con il dipartimento regionale della Protezione civile le soglie di alert individuate inizialmente».

Foto notiziarioeolie.it

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