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Ponte sullo Stretto, sì del Parlamento europeo: ora sarà possibile anche ottenere fondi dall'Ue

Approvate a Strasburgo le linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete dei trasporti: previsto fra l'altro un collegamento tra Sicilia e Calabria

Via libera del Parlamento europeo alle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), che collega oltre 420 grandi città dell’Unione. L’intesa raggiunta con gli Stati membri a dicembre - adottata a Strasburgo con 565 voti a favore, 37 contrari e 29 astenuti - prevede, tra i punti, l’inclusione di un riferimento allo Stretto di Messina, per aggiungere al cosiddetto corridoio Scandinavo-Mediterraneo un «collegamento fisso o un ponte» per collegare Villa San Giovanni a Messina. L’inclusione del riferimento a un collegamento fisso o un ponte fra Calabria e Sicilia apre la strada all’Italia la via per la costruzione di una infrastruttura che potrebbe accedere ai finanziamenti europei.

«L'approvazione del Parlamento europeo delle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), che comprende il Ponte sullo Stretto, conferma il valore strategico dell’opera», afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. «Un valore - sottolinea - che il mio governo, così come quello nazionale, ha colto, dando in modo pieno e convinto supporto politico e finanziario. Si rassegnino i detrattori di un’infrastruttura che non è importante soltanto per la Calabria e la Sicilia, ma per l’intero sistema di trasporti e di collegamenti europei. Si rafforza così - prosegue Schifani - la visione di un’Europa che deve tornare a guardare al Mediterraneo e al rafforzamento dei rapporti con i paesi che su questo mare si affacciano per accrescere i rapporti economici e rafforzare processi di dialogo e di pace. Anche con il Ponte, la Sicilia può ritrovare, in questo disegno, una nuova centralità strategica».

Secondo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli, «l’approvazione del Ten-T da parte del Parlamento europeo, che prevede importanti progetti ferroviari, non include finanziamenti per il ponte sullo Stretto, contrariamente a quanto sostenuto dalla Lega, che nei mesi scorsi aveva presentato un emendamento. Le opere dovranno essere completate entro il 2030, ma in ogni caso il direttore generale del Dipartimento Trasporti della Commissione Europea, Eddy Liégeois, in risposta a una richiesta degli europarlamentari verdi, ha scritto che non c’è alcuna allocazione di fondi europei per il ponte, il cui inserimento nella revisione del Ten-T riflette una decisione del governo italiano».

Governo italiano che va avanti. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, dichiara che l’obiettivo rimane quello di aprire i cantieri per il ponte sullo Stretto entro l’estate del 2024. Il ponte, dice, «lo aspettano milioni di italiani e tantissime aziende, anche del Nord. Ci saranno 120 mila nuovi posti di lavoro». Altro obiettivo è, aggiunge,«arrivare al 2032 con le prime moto, auto e treni che attraverseranno il ponte sullo Stretto e l’Alta velocità e l’Alta capacità che collegheranno Palermo, Roma, Milano e Berlino».

Salvini sottolinea che «il Parlamento europeo riconosce che è una delle grandi infrastrutture che servono per unire il Paese e unire l’Italia all’Europa». Le obiezioni dei tecnici del ministero dell’Ambiente? «Nelle prossime settimane ci saranno le risposte punto su punto a tutte le richieste. Vogliamo essere assolutamente scrupolosi. Poi finalmente gli ingegneri inizieranno nel loro affascinante e straordinario lavoro, perché gli ingegneri italiani sono tra i migliori al mondo: purtroppo vanno all’estero a fare ponti, ma sarà adesso l’occasione per far arrivare operai dall’estero a lavorare in Italia». Ed ancora: «Il ponte 15-20 anni fa sarebbe stata una grande opera fine a se stessa. Oggi noi stiamo investendo quasi 30 miliardi di euro su strade e autostrade in Sicilia, altrettante in Calabria».

Le nuove linee guida sulle rete dei trasporti Ten-t sono parte centrale della proposta per una nuova mobilità sostenibile avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2021, poi rivista a luglio 2022, nel pieno della guerra di Russia in Ucraina, per escludere i progetti di infrastrutture di trasporto che legano l’Ue con Mosca e Minsk e, di contro, è stato rafforzato il partenariato con l’Ucraina e la Moldavia. L’intesa mantiene un approccio di miglioramento della rete in tre fasi, con l’idea di arrivare alla fine del 2030 completando il quadro di infrastrutture della rete centrale ed elettrificando la rete ferroviaria. Prima di completare la rete globale al 2050, la revisione introduce una tappa intermedia al 2040 in cui è previsto il completamento della rete centrale estesa per permettere ai treni con passeggeri di raggiungere i 160 km/h di velocità.
Come ricorda in una nota l’Eurocamera, tra gli attuali progetti in fase di costruzione c’è anche il tunnel di base del Brennero, che collega l’Austria e l’Italia, e la linea ferroviaria ad alta velocità Lisbona-Madrid. Le linee guida pongono l’accento anche sulla cosiddetta mobilità militare, incalzando i governi a tener conto di esigenze militari nella costruzione o nell’ammodernamento di infrastrutture.

 

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