Matteo Salvini non molla sul Ponte sullo Stretto, e fa approvare in Consiglio dei ministri un decreto legge Infrastrutture che favorisce la società concessionaria nella realizzazione: ok al progetto anche in varie fasi, più elasticità sugli aumenti dei costi, più dipendenti del Gruppo Ferrovie in distacco alla Stretto di Messina. Il decreto Infrastrutture autorizza il Mit ad approvare il progetto esecutivo «anche per fasi costruttive», invece che “entro il 31 luglio 2024», come era previsto inizialmente nel decreto sul Ponte del marzo 2023. In pratica, alla società Stretto di Messina viene tolto il vincolo di presentare il progetto entro luglio di quest’anno, e le viene permesso di presentarlo «a pezzi». Il dl Infrastrutture approvato oggi amplia il margine di manovra sugli aumenti dei costi in corso d’opera. Questi dovranno essere calcolati in base al rapporto tra le tariffe del 2023 e quelle del 2021, come prevedeva il decreto Ponte dell’anno scorso. Ma viene inserita la clausola «laddove applicabili» queste tariffe. Gli aumenti dovranno comunque essere asseverati da «uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale, individuati dal Mit» Il decreto amplia il numero dei dipendenti del Gruppo Ferrovie dello stato che possono essere distaccati alla Stretto di Messina, che salgono da 100 a 150. Il segretario regionale del Pd in Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo, denuncia che «il direttore tecnico dei lavori, l’ingegnere Valerio Mele, nel corso di un incontro al Comune di Messina ha confermato che il progetto esecutivo non potrà essere redatto prima della fine del prossimo anno, e quindi subirà un ritardo di circa due anni». L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, nega che il progetto verrà spezzettato, e conferma che «entro fine anno avrà luogo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess», il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Il decreto Infrastrutture dispone anche una riorganizzazione dei commissari straordinari per le grandi opere, per tagliarne il numero e dare più poteri a quelli sulle grandi reti transeuropee: autostrade, ferrovie e linee aree. Viene semplificato l’aggiornamento dei piani economico-finanziari delle concessioni autostradali. Il decreto prevede un commissario per la bonifica della Stoppani di Cogoleto (Genova) e finanziamenti per l’autostrada Cisterna-Valmontone e per l’acquedotto del Peschiera, che serve Roma. Viene istituito presso il Mase un Comitato per individuare le aree per la cattura del carbonio.