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Lipari, "no" ai tagli per l'ospedale: raccolta firme ed esposto in procura

È partita nelle Isole Eolie la raccolta delle firme per presentare un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare la «situazione critica in cui versa l’ospedale di Lipari ed i servizi sanitari, evidenziando i disagi di una intera comunità». Ne dà notizia il Comitato spontaneo «L’Ospedale di Lipari non si tocca» che ha individuato nelle 7 isole diversi punti nei quali è possibile aderire all’iniziativa.

«L’equità di accesso alle cure ed i livelli essenziali di assistenza - si legge in un appello del Comitato - non possono essere negati a nessun cittadino italiano. Questo esposto vuole accertare la violazione di un diritto e chiedere alle Autorità cui è diretto un intervento risolutivo». Nell’esposto si spiega: «Ove, con la parola servizi, si intende non chissà quale fantascientifica prestazione medica, che potrebbe spaventare gli iper scrupolosi manager designati dalla politica, ma quel livello minimo di assistenza che contribuisce a tracciare il confine tra un territorio governato dallo Stato e la terra di nessuno. Da anni, assistiamo impotenti a continui tagli, decurtazioni, chiusure di reparti, comunicati alla popolazione in contrito burocratese, nel nome di una sanità più economica e di un’economia più sana. Inutile chiedersi quanto valga una vita umana. Se è lecito, corretto e morale, in un ambito così delicato, applicare criteri economici da catena di montaggio, con relativa analisi di costi e ricavi più degna, forse, di una fabbrica di trattori che di un ospedale o di un distretto sanitario». Il Comitato sottolinea come: gli eoliani incontrano difficoltà in situazioni che altrove sarebbero banali. Programmare una visita o un ricovero sulla terraferma, come sottoporsi a periodiche terapie ambulatoriali. E anche quando si riesca a effettuare il sospirato intervento o la necessaria cura, i problemi sono tutt’altro che risolti». Il documento indica poi gli interventi per ricondurre a «normalità» la situazione sanitaria nelle isole a partire dagli interventi d’urgenza come, ad esempio, il Pronto Soccorso: «A fronte di 7 dirigenti medici previsti, ne risultano in servizio solo 4. Ciò in un reparto estremamente logorante per orari e prestazioni. Doveroso aggiungere che, nel periodo estivo, anche il pieno organico sembra a nostro avviso insufficiente a gestire l’aumentato numero di pazienti».

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