Sono già una decina gli allevatori interessati alle 600 capre selvagge che hanno invaso la piccola isola delle Eolie.
«Ben nove sono siciliani – dice Italo Palermo, delegato municipale – mentre un altro si è fatto vivo dalla Toscana».
Ancora c’è tempo fino a mercoledì 10 aprile per inoltrare le richieste. Intanto le 600 capre hanno interessato anche i mass media inglesi: «The Guardian» e anche la Bbc hanno dedicato dei pezzi ed è quindi possibile che qualche allevatore straniero si farà avanti.
Dell’interesse già raggiunto, è soddisfatto il sindaco Riccardo Gullo: «L’ avviso – dice - scade giorno 10, quindi soltanto alla scadenza si potrà sapere quanti saranno i partecipanti. Posso dire che tanti mi contattano per avere informazioni in merito. Speriamo bene! La notizia tuttavia sta galoppando perché effettivamente l’affidamento delle capre è stato apprezzato, piuttosto che attuare altre soluzioni tipo l’abbattimento. Speriamo che funzioni, così l’applichiamo anche nelle altre isole».
Ma c’è anche chi non è affatto soddisfatto della soluzione trovata. Piera Rosati, presidente Nazionale di LNDC Animal Protection per «bloccare l’esodo delle capre» si è rivolta all’assessore risorse agricole regione Siciliana Antonino Scilla e al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.
«Ho appreso con sgomento – esordisce - dell’iniziativa lanciata dall’assessorato regionale dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea per l’eradicazione e la ricollocazione delle capre selvatiche attualmente presenti sull’isola di Alicudi. È interessante notare che il portale Visit Sicily, gestito dall’assessorato del turismo regionale, descriva quest’isola come adatta per un soggiorno a contatto con la natura, salvo poi decidere di non rispettare quella natura che caratterizza il territorio». È inaccettabile, infatti, che le capre selvatiche che da tempo ormai abitano l’isola – prosegue - debbano essere strappate via da quello che è a tutti gli effetti il loro habitat per essere date ad allevatori, da cui verranno sfruttate e vendute per andare al macello.
Catturare degli animali liberi per condannarli a una fine del genere è sinceramente vergognoso e incivile. Se davvero ci troviamo davanti a un sovraffollamento di questi animali, si sarebbe dovuto agire prima con un piano di controllo delle nascite. Al contrario, come spesso accade, ci si è resi conto della situazione troppo tardi e ora l’unica soluzione che viene presa in considerazione è quella di eliminare gli animali, condannandoli alla prigionia e a morte. Se davvero la natura è ciò che caratterizza Alicudi, vi esorto a rivedere questa decisione e trovare metodi di gestione della fauna isolana più idonei a garantire la tutela della biodiversità – prevista anche dalla nostra Costituzione – e una corretta convivenza tra animali e persone»
Foto notiziarioeolie.it
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