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Caretta caretta uccisa dall'elica di un battello nelle acque dello Stretto di Messina

Un ragazzo prova a salvarla e chiama i soccorsi. Ma è tutto inutile: troppo gravi le ferite riportate

Tartaruga marina spiaggiata a Cannitello, dopo essere stata colpita da un'elica

Una telefonata della guardia costiera di Villa San Giovanni interrompe la routine dei volontari di Blue Conservancy, centro recupero tartarughe marine di Brancaleone: «Buongiorno, abbiamo una tartaruga da soccorrere, le mancano le zampe dietro, ma è viva». Per quanto critica possa sembrare la situazione, gli esperti soccorritori pensano che sia un caso simile ad altri, poiché spesso le tartarughe restano impigliate nella lenza da pesca e una o più pinne vanno in cancrena fino a staccarsi. Invece, scoprono che stavolta la situazione è molto più grave.

Un esemplare adulto di Caretta caretta, femmina in età riproduttiva, si trovava, agonizzante ma ancora in vita, tra gli scogli sul lungomare di Cannitello, a Villa San Giovanni. All’arrivo del personale del centro, la tartaruga era stata messa in sicurezza da Giuseppe, il ragazzo che l’ha avvistata e segnalata, ma stava esalando gli ultimi respiri. Smetteva di soffrire, perché quello che le era appena successo non le avrebbe lasciato scampo. Alla tartaruga mancavano non solo le pinne posteriori ma tutta la porzione caudale del corpo. L’ispezione ha evidenziato subito una terribile lesione da corpo tagliente che ha letteralmente diviso in due il corpo della tartaruga. Nella sezione delle ossa, del carapace e del piastrone, erano rimaste addirittura impresse le tracce di vernice blu dell’elica di qualche battello.

«Sicuramente uno dei casi più gravi a cui in 17 anni abbiamo prestato soccorso - si legge nel comunicato di Blue Conservancy -. Tra le maggiori minacce per le tartarughe marine del Mediterraneo vi sono sicuramente la pesca e l’inquinamento. Ma negli ultimi anni, con l’incremento del traffico marittimo, sono in costante e allarmante aumento i casi di animali marini che restano vittime di incidenti con i mezzi nautici. Non solo tartarughe marine ma anche cetacei». E l'organizzazione cita il caso di Summer, la stenella striata soccorsa con la coda tranciata dall’elica di una barca.

Le tartarughe marine e i cetacei hanno bisogno di raggiungere la superficie per poter respirare e, quindi, uno scafo che arriva ad elevata velocità li impatta in maniera devastante. Lo Stretto di Messina è da sempre un tratto importantissimo per la fauna marina, poiché ricco di biodiversità e punto strategico per il passaggio di moltissime specie migratorie. Ma da tanti anni, ormai, è anche culla di morte per le stesse specie, a causa della pesca intensiva e del passaggio di moltissimi mezzi nautici.

La povera tartaruga di Cannitello, dopo tutti gli accertamenti del caso da parte del personale del centro e del servizio veterinario Asp, è stata trasportata all’Istituto Zooprofilattico di Reggio Calabria, dove la carcassa verrà esaminata a scopi scientifici.

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