Per la quinta volta i popoli sono tornati a Marina Corta: un porticciolo, e una piazza, simbolo di millenni di incontro e mescolanza di genti, lingue e culture. È dal neolitico, quando i primi esseri umani le raggiunsero per la prima volta a bordo di piroghe in legno, che queste isole offrono un porto sicuro a naviganti ed errabondi in cerca di ossidiana e terre da coltivare, e che qui, capanna dopo capanna, villaggio dopo villaggio, diedero inizio a comunità insulari fluide e aperte. Il Comune di Lipari vanta, tra la popolazione residente, la presenza di quasi mille abitanti di origine straniera, poco meno dell’8% del totale. Soprattutto romeni, marocchini e srilankesi. Ma poi a intrecciarsi in questo meticciato anche: ucraini, turchi, russi, bielorussi, tunisini, senegalesi, francesi, bulgari, tedeschi e belgi. E ancora: birmani, pakistani, cubani, statunitensi, argentini e brasiliani. Anche quest’anno la notte della Festa dei Popoli è stata la loro notte su iniziativa del «Magazzino di Mutuo Soccorso». «La piazza – racconta Paolo Arena del Magazzino di Mutuo Soccorso - senza una lingua ufficiale, per una notte ha parlato tutte le lingue e tutti i dialetti; senza un piatto ufficiale, ed è stato offerto da mangiare piatti tipici di ogni nazione; senza alcun inno nazionale, e ha fatto cantare e ballare contaminando ritmi e geografie musicali». “È stata la piazza – dice Sara Basile della stessa associazione - che non ha conosciuto confini e religioni, che fa giocare i bambini e non conosce la guerra». Dopo il dj set di Lilith Primavera e l'esibizione di Nicola Muntean, il palco ha ospitato Eugenio Bennato e i Taranta Power. A loro gli organizzatori hanno affidato la voce e il ritmo di tutti i Sud del mondo. Foto notiziarioeolie.it