MESSINA. Il nuovo percorso di Di Costanzo inizia così com’era finito il ciclo di Grassadonia. Ancora una sconfitta, la sesta consecutiva che lascia sempre più ingabbiato il Messina nella zona rossa, quella che vuol dire play out e che, giornata dopo giornata, sembra essere diventata l’unica via percorribile per evitare la retrocessione. Pensare di ottenere la salvezza senza dover passare per la lotteria dei play out diventa sempre più un’utopia, le sette lunghezze di distacco dal Melfi sembrano irrecuperabili nonostante l’aritmetica lasci ancora acceso il lumicino della speranza per il Messina che dopo questo kappaò è detentrice del triste primato di peggior difesa insieme alla Lupa Roma.
Serviva una vittoria per la classifica (ovviamente), per ritrovare un successo esterno che manca da settembre e soprattutto per il morale. Il Foggia ha però passeggiato sul Messina, arrivato allo «Zaccaria» con già tante difficoltà alle quali si sono aggiunti i sette indisponibili che hanno costretto Di Crescenzo a qualche improvvisazione soprattutto nel reparto arretrato. La seconda esperienza dell’allenatore della promozione in serie B porta a modifiche sul piano tattico: abbandonato il 4-3-3 tanto caro a Grassadonia per un 4-4-2 più prudente che però non ha portato agli effetti sperati.
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