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Messina, ancora tanti nodi da sciogliere

Lo stadio "Celeste"

MESSINA. Il sogno dei 4 mila abbonamenti e la prospettiva sempre più concreta di tornare al “Celeste” da una parte, i deferimenti e le penalizzazioni, ma anche gli stipendi arretrati e i debiti accumulati negli anni, dall’altra. Facce totalmente diverse di una stessa medaglia. Messina è sospesa tra due mondi: c’è una società che vuole ripartire forte, affiancata da una città decisa ad aiutarla, ma ci sono anche mille problemi da affrontare, legati soprattutto al passato.

Non solo il passato recente, quello dell’era Stracuzzi, che ha comunque lasciato diverse scorie, ma anche e soprattutto il passato più lontano, quello della prima epoca post-Franza. Il paradosso è che questi anni non sono serviti a risolvere i problemi nati in quel periodo. Il Messina appena fallito fu venduto all’asta, da li iniziarono i veri problemi economici della società. Una serie di gestioni quantomeno discutibili ha provocato una mole di debiti che nessuno degli imprenditori che si sono succeduti negli ultimi cinque anni è riuscito a coprire. Proto è solo l’ultimo in ordine di tempo ad aver deciso di provarci, a patto che ci siano le condizioni per chiudere ogni contenzioso e iniziare davvero un nuovo capitolo.

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