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Lavori abusivi nel laghetto di Vulcano, respinto il ricorso di Geoterme

Il Tar di Catania ha rigettato il ricorso proposto dalla Geoterme S.r.l. di Vulcano, difesa dall’avvocato Luciano Scoglio, contro il Comune di Lipari, rappresentato dall’avvocato Luca Zaia, per l’annullamento del provvedimento di non accoglimento dall’Ufficio Urbanistica e della successiva ordinanza di demolizione emessa dall’Ufficio illeciti, relativamente ai lavori di riqualificazione dell’area termale dei fanghi di Vulcano.

Il laghetto termale che richiamava ogni anno migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, è sequestrato da quattro anni dalla procura della Repubblica di Barcellona per le opere abusive realizzate e vi sono indagati i rappresentati della società che lo gestiva Gustavo Conti, Lino Ferlazzo, il tecnico Emnauele Carnevale e l’imprenditore Carlo Chiofalo affittuario di un locale. Per entrare nel laghetto si pagava un ticket e l’incasso aggirava sui 200 mila euro l’anno. Nei tempi la situazione si è complicata anche per il rischio gas nell’area limitrofa. Il collegio del Tar ha rigettato il ricorso, ritenendo «legittimo il diniego al permesso di costruire impugnato dalla Geoterme Vulcano S.r.l., sul presupposto che nell’area in situata in zona E, entro i 150 metri dalla linea della battigia e all’interno dell’ambito del Piano territoriale paesistico, lo strumento urbanistico del Comune di Lipari consente la realizzazione di infrastrutture termali con alimentazione esogena, considerata attività compatibile con il regime di tutela speciale anche attraverso interventi di recupero e ripristino, previa formazione di un piano urbanistico esecutivo (Pue) che è mancante nel caso di specie, e che trattasi di opere di consistenza e rilievo tale da non poter essere ricondotti al mero risanamento conservativo». Conseguentemente infondata è stata giudicata anche l’impugnazione avverso la successiva ordinanza di demolizione.

(foto notiziarioeolie.it)

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