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Lipari, apre il museo Diocesano: arte e religione nelle Eolie

La maggiore isola delle Eolie si arricchisce di un nuovo museo. Inaugurato il Diocesano. E’ stato voluto dall’'arcivescovo Giovanni Accolla nello storico palazzo vescovile recentemente restaurato. Presenti anche il vice sindaco Saverio Merlino, il direttore del museo archeologico Rosario Vilardo, il presidente del consiglio comunale Nuccio Russo, il maresciallo dei carabinieri e una folta rappresentanza di sacerdoti, presente l’arcivescovo Monsignor Giovanni Accolla, all’interno della sede, su piu’ piani, custodisce “opere pittoriche e scultoree, argenti e paramenti sacri provenienti dalle chiese dell’Isola di Lipari”. “In un momento di incertezze e di destabilizzazione globale – confessa l’arcivescovo Accolla - la comunità ecclesiale di Lipari, attraverso la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico-artistico, intende porre un seme di speranza. La memoria storica e la possibilità di ammirare quanto i nostri predecessori hanno realizzato hanno infatti una grande forza pedagogica: ci dicono che “nulla è impossibile” e che, attraverso la condivisione di ciò che è bello, si può essere creativi e testimoni dell’amore che Dio non fa mai mancare alle sue creature”. “L’intento – aggiunge - è quello di “restituire” il Palazzo del Vescovo, di origini seicentesche e rimaneggiato nel corso dei secoli, alla fruibilità degli eoliani e dei tanti turisti, immaginando di trasformarlo in un luogo di arte, di cultura e di promozione umana. Raccontare le tradizioni religiose di un’Isola attraverso quanto realizzato e tramandato nel tempo rappresenta una sintesi affascinante tra la vita quotidiana e una spiritualità vissuta tra preghiera e simboli di condivisione, tra memoria e ospitalità di un territorio straordinario come l’Arcipelago delle Eolie, con il desiderio di avvicinare il passato con il presente, per far conoscere uno spaccato e un aspetto molto importante della vita degli abitanti del posto e di come queste tradizioni siano giunte fino a noi”. “È un modo per accostare il fascino delle bellezze naturali del territorio – conclude Don Bartolo Saltalamacchia - con il patrimonio storico, religioso e culturale: un accostamento tra due tipi di bellezza, la natura e le tradizioni popolari e religiose che hanno fatto la storia”. (Notiziarioeolie.it)

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