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Ecco chi sono i Paperoni dell'Ars: il più ricco è De Luca, seguito da Assenza e Geraci

Il Paperone dell’Ars è Cateno De Luca. Il leader della lista civica Sud chiama Nord che in campagna elettorale ha sedotto con gli slogan che inneggiavano alla rivoluzione sociale è di gran lunga il deputato più ricco fra i 70 che siedono a Sala d’Ercole. Ha dichiarato al fisco un reddito di 498.114 euro, oltre al possesso di 15 terreni e immobili e a una società di cui è anche amministratore unico.

Dietro De Luca, ma con molto distacco, salgono sul podio due deputati di lungo corso del centrodestra: il capogruppo di Fratelli d’Italia, l’avvocato ragusano Giorgio Assenza, con 194.102 euro e il forzista etneo Nicola D’Agostino che ha dichiarato 179.104 euro. Ai piedi del podio si piazza un altro deputato dell’area De Luca: il sindaco di Cerda Salvatore Geraci, che ha un reddito di 156.167 euro e 12 fabbricati.

L'ELENCO COMPLETO DEI REDDITI DEI DEPUTATI

I meno ricchi

All’ultimo posto della tradizionale classifica stilata in base ai dati ufficiali dell’Ars si è piazzata la giovane deputata del M5S etnea Martina Ardizzone, che ha dichiarato un reddito di appena 6.879 euro. La differenza abissale con gli altri 69 deputati è determinata dal fatto che la Ardizzone è alla prima legislatura: si è insediata quindi a novembre del 2022. Mentre la classifica appena pubblicata è fatta in base alle dichiarazioni presentate - come qualunque cittadino - tra giugno e novembre scorsi e che riguardano i redditi del 2021.

La pandemia non ha inciso

E tuttavia proprio questo fotografa ancora meglio le differenze fra i deputati e chi sta fuori da Sala d’Ercole. I redditi appena pubblicati dall’Ars sono quelli che gli onorevoli hanno maturato nel corso del 2021 che è anche l’anno che più di tutti è stato caratterizzato da misure legate alla pandemia che normalmente hanno contratto stipendi e proventi di liberi professionisti e commercianti. Di queste misure, appunto, i deputati non hanno risentito, al pari di un qualunque dipendente pubblico ma con cifre molto diverse: la media dei redditi in questo caso si attesta fra i 63.164 euro di Edy Tamajo (oggi assessore alle Attività Produttive ma all’epoca «soldato semplice» all’Ars) e gli 86 mila di deputati di lungo corso come il leghista Pippo Laccoto e l’attuale assessore all’Energia Roberto Di Mauro.

I neo deputati

Mentre la differenza con chi non aveva ancora uno scranno all’Ars nel 2021 è enorme. A parte il caso di Martina Ardizzone, vanno citati i redditi di quattro neo deputati che dichiarano redditi inferiori ai 20 mila euro: si tratta di Carmelo Pace (Dc) con 11.838, Tiziano Spada del Pd con 13.405, Carlo Auteri di Fratelli d’Italia con 16.574 e Serafina Marchetta della Dc con 18.373.
In generale però la fascia dei neo deputati si attesta fra i 26 mila euro di Calogero Leanza (Pd), Fabrizio Ferrara (FdI) e Andrea Messina (neoassessore democristiano) e i 62 mila di un altro deputato della lista civica di area De Luca, Matteo Sciotto. Poco sotto c’è il forzista di Misilmeri Gaspare Vitrano, tornato all’Ars solo nel novembre del 2022 e che nel 2021 ha dichiarato 57.637 euro.

Gli incassi esentasse

Guardando i redditi dei deputati, in particolare di chi era già all’Ars nel 2021, c’è un altro dettaglio che colpisce subito. I redditi fanno riferimento a un anno in cui non era ancora scattato il maxi aumento da 900 euro al mese dovuto all’adeguamento al costo della vita che tante polemiche ha provocato a febbraio. E che ha portato le buste paga attuali a oltre 12 mila euro. Tuttavia nel 2021, secondo le tabelle dell’Ars, ogni deputato ha guadagnato di base 11.100 euro al mese per 12 mensilità. La somma lorda dovrebbe quindi portare a una dichiarazione dei redditi da almeno 133.200 euro. Come è possibile che tutti i deputati stiano sotto? E che la maggior parte si attesti fra i 66 mila e gli 87 mila? Il motivo è da ricercare nel fatto che una quota importante della busta paga è esentasse, non va quindi dichiarata. Ben 4.500 euro al mese sono infatti erogati dall’Ars a titolo di diaria. Dunque la base imponibile scende a soli 6.600 euro al mese. Un grosso vantaggio ai fini fiscali.

La classifica dei leader

Il primo assessore in classifica, al quindicesimo posto, è Alessandro Aricò (Infrastrutture) con 87 mila euro. Il presidente della Regione, Renato Schifani, all’epoca senatore, dichiara 113.968 euro ed è al settimo posto. Preceduto dal deputato del Pd Giovanni Burtone e in linea col neo deputato trapanese del Pd Dario Safina. Gianfranco Miccichè, all’epoca presidente dell’Ars, è dodicesimo con 98.226 euro. L’attuale presidente dell’Ars, il meloniano Gaetano Galvagno, ventitreesimo con 78.305 euro.

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