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Blitz di mafia a Messina, De Lucia: "Le famiglie storiche vogliono crescere"

«Da questa inchiesta emerge una mafia che vuole crescere, che ha grosse difficoltà a farlo perchè la pressione delle forze dell’ordine sul territorio è molto importante e sentita e quindi ci consente di scoprire i reati». A dirlo il procuratore di Messina, Maurizio De Lucia, parlando dell’operazione 'Provinciale» condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina che ha portato all’esecuzione di 33 misure cautelari.

«Dall’altro lato - prosegue - c'è una funzione delle famiglie storiche come gli Sparacio di crescere e rafforzarsi è un conflitto stabile tra lo Stato e l’anti-Stato, ma devo dire fortunatamente vince lo Stato. E’ una mafia che non uccide perchè è in forte difficoltà da questo punto di vista, perchè picchiare implica che noi dobbiamo scoprire che qualcuno è stato picchiato, un omicidio implica una attenzione anche mediatica che la mafia in questo momento cerca di evitare, rimane anche qui la strategia della sommersione per sopravvivere in un momento in cui la pressione delle forze dell’ordine è molto sentita».

«La continuità dei nomi - ha proseguito - è una peculiarità della mafia, nel tempo ci si succede agli anziani, subentrano i giovani ma la continuità è data dal fatto che alcune famiglie da sempre sono state mafiose e purtroppo continuano ad esserlo, la differenza sta nel fatto che abbiamo un patrimonio di conoscenze che mettiamo a fattore comune che ci consente di intercettare questi fenomeni criminali e di reprimerli, per me la cosa più importante di questa operazione è che è una operazione congiunta di tutte le forze di polizia che operano sul fronte antimafia nella città di Messina e il fatto di aver messo insieme tutta una serie di elementi provenienti da indagini da tutte e tre le strutture di polizia, dimostra l’efficienza davvero notevole e credo con pochi uguali in giro per il Paese delle capacità di coordinamento che queste forze di polizia pongono in essere sul territorio messinese».

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