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Viviana e Gioele, il criminologo Lavorino: "Morti per asfissia in un pozzo, vi fu depistaggio"

Il mistero della morte di Viviana Parisi e del piccolo Gioele resta un mistero, ma a quasi un anno dalla tragedia torna a parlare il criminologo Carmelo Lavorino. ”Nessun atto aggressivo della madre sul piccolo, la dj torinese non si è buttata dal traliccio“, dice.

“Le emergenze, le evidenze scientifiche, tecniche, investigative criminalistiche, criminologiche - afferma in un video Lavorino, consulente della famiglia Mondello - ci fanno concludere, insieme agli altri esperti del team che hanno effettuato l’ispezione cadaverica esterna a Messina e nei boschi di Caronia, che senza ombra di dubbio Viviana non ha attivato nessun atto aggressivo nei confronti del figlio, non si tratta sicuramente di omicidio-suicidio, e nemmeno la donna è precipitata da quel traliccio dove è stata rinvenuta in seguito. Non ci sono sue tracce sul traliccio ne tracce del traliccio su di lei; ci troviamo di fronte a una scena organizzata da una combinazione criminale che ha voluto portare via Viviana dal pozzo profondo 3,4,5 metri, dove è precipitata insieme al bambino e dove hanno trovato la morte per asfissia".

Questa tesi era stata già ribadita e sostenuta con fermezza dal team dei consulenti della famiglia Mondello coordinati dal professore Lavorino e depositata alla Procura di Patti dopo tutte le analisi e i rilievi effettuati dal pool nominato dagli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti.

Nei giorni scorsi, il procuratore Capo della Procura di Patti Angelo Vittorio Cavallo ha dichiarato: “Entro fine luglio, i corpi verranno consegnati ai familiari per le esequie ed al più presto tutte le consulenze saranno depositate”.
Alcuni dei consulenti nominati dalla Procura pattese hanno depositato solo in modo parziale le relazioni di un’indagine molto complessa che ha visto al vaglio degli esperti e degli inquirenti centinaia di reperti disseminati nella vasta area boschiva di Caronia. Viviana Parisi fu rinvenuta cadavere ai piedi di un traliccio dell’alta tensione l’8 agosto, dopo 11 giorni, a circa 800 metri di distanza, in linea d’aria, furono ritrovati i resti dilaniati da animali selvatici del piccolo di 4 anni.
Già nei mesi scorsi il pm Cavallo per il piccolo Gioele aveva affermato: “Dal punto di vista medico-legale è difficile accertare come sia morto, dall’esito e dalle risultanze di tutte le consulenze, che attendiamo, potrebbe emergere qualche elemento che consenta di stabilirlo”.
Tutte le piste sono state vagliate, nessuna esclusa, tutti i prelievi della polizia scientifica ed accertamenti di medicina legale sono stati compiuti, niente è stato tralasciato, per esempio dall’analisi sui morsi presenti sulle caviglie della donna, ai tamponi salivari su tutti i cani a Caronia, sull’auto della dj per vedere se vi fossero tracce ematiche, prelievi e comparazioni di Dna e sulle larve nella zona, analisi sulle immagini satellitari, sulle tracce di possibili trascinamenti e depistaggi come ipotizzato dal criminologo Carmelo Lavorino e dal suo team.

Il Procuratore Cavallo dopo il deposito di tutte le consulenze, le analizzerà in modo capillare per stabilire cosa sia realmente successo a Viviana e Gioele. Intanto Daniele Mondello, padre e marito degli scomparsi ha organizzato a Venetico una fiaccolata per il prossimo 3 agosto: “Non vogliamo che le indagini siano chiuse o i corpi dissequestrati. Sappiamo che quello della verità è un percorso lungo e difficile e siamo disposti ad attendere i tempi della giustizia terrena”.

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