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Ricorsi e decreti ingiuntivi, la "guerra" tra Comune
e Messinambiente

MESSINA. C'è una guerra in corso in città tra società partecipate del Comune. Una guerra fatta di ricorsi al giudice e decreti ingiuntivi. Messinambiente vanta un credito nei confronti dell'Ato 3, la società in liquidazione che si occupa di alcuni servizi legati alla pulizia e al decoro della città, che ammonta a 31 milioni di euro. Ed intende recuperarli nel più breve tempo possibile. Il primo decreto ingiuntivo è stato consegnato dall'ufficiale giudiziario nei giorni scorsi e ammonta a sei milioni di euro. Si tratta di un provvedimento esecutivo che rischia di compromettere il funzionamento dell'azienda che conta su una cinquantina di dipendenti. L'effetto immediato è che non è ancora stato pagato l'ultimo stipendio. Il decreto ingiuntivo era stato presentato nel febbraio scorso dall'allora commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di Maria ma è diventato esecutivo quindici giorni fa. A questo rischiano di aggiungersi altri decreti relativi a periodi pregressi. A farne le spese il Comune che è ente socio di maggioranza di entrambe le società. Il Comune partecipa ad entrambi i consigli di amministrazione e una volta parteggia per Messinambiente e un'altra per l'Ato 3. Una volta approva i bilanci di Messinambiente che prevedono il credito nei confronti dell'ato, e un'altra approva i bilanci dell'ato che ne prevedono un altro. Alla fine, a ripianare i debiti, dovrà essere palazzo Zanca. I revisori dei conti nella relazione annuale al bilancio e quindi anche nell'ultima che allegheranno al bilalcio 2013 chiedono che le due società e il Comune arrivino ad una transazione. Intanto la situazione igienico sanitaria in città non è certo delle migliori. Accanto ai cassonetti specie in periferia ci sono enormi cumuli di immondizia. Il viale Giostra versa in condizioni disastrose. In questa situazione proliferano blatte e topi.

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