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I sigilli alla discarica di Mazzarrà: per 90 comuni del Messinese 3 ipotesi alternative

MESSINA. C’è chi come il sindaco di Sant’Angelo di Brolo, Basilio Caruso, invita i concittadini, con un avviso pubblico, a tenersi, sino a nuovo ordine, i rifiuti dentro casa e, soprattutto, a non lasciarli fuori dai cassonetti ormai strapieni. C’è, chi invece, come Daniele Ialacqua, assessore all’ambiente del comune capoluogo della provincia che è piombata nell’emergenza, decide di effettuare l’ultima raccolta e di tenere stracolmi i camion e i cassoni, sperando che da Palermo arrivi al più presto il segnale per farli partire. E poi ci sono i sindaci che bruciando i tempi, si sono già fatti da soli le trattative con le singole discariche in attesa dell’autorizzazione regionale.

È un’emergenza senza precedenti quella che stanno vivendo più di settanta comuni del Messinese, ci se ne aggiungono altri della provincia di Palermo, tanto da far dire allo stesso Ialacqua che «sono novanta i comuni che si trovano in seria difficoltà perché conferivano i rifiuti nella discarica di Mazzarà Sant'Andrea ora sequestrata». L’impianto è stato chiuso su ordine del giudice per le indagini preliminari e su proposta della procura di Barcellona, per avere ospitato abusivamente un milione di metri cubi di rifiuti in più del consentito, grazie ad opere non autorizzate.

 

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