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Inchiesta Cas, le intercettazioni: «Frisone chiedeva sempre soldi»

L'inchiesta che ha portato ad otto arresti. Per gli imprenditori il funzionario era insaziabile: «Ma cosa ne farà? Quanto spende ogni mese?»

MESSINA. «Sganciati altrimenti per togliercelo di sopra la Maserati ci vuole». A parlare è uno dei personaggi chiave dell’inchiesta: Nino Giordano, che commenta le continue richieste di denaro effettuate da Letterio Frisone, dirigente del consorzio autostrade, nei confronti degli indagati che avevano ottenuto l’appalto da due milioni e trecentomila euro per la sorveglianza e l’assistenza nei tratti autostradali gestiti dal Consorzio autostrade sull’Isola.

 

 

È il profilo di un personaggio avido di denaro quello che esce fuori dalle intercettazioni effettuate dagli uomini della direzione investigativa antimafia.
Il filo conduttore di molte delle conversazioni intercettate è Frisone con le sue richieste di soldi e le difficoltà ad accontentarlo. Nell’ottobre del 2013, a bordo dell’auto Audi, utilizzata dall’imprenditore milazzese Francesco Duca, Rossella Venuto, imprenditrice e sua compagna, parla della necessità di andare a liquidare un artigiano per 11 mila euro per dei lavori eseguiti a casa di Frisone ad Acqualadroni per paura che questi potesse denunciare il mancato pagamento.

 

Poco dopo, in una conversazione intercettata sul telefono di casa, invece, è Giordano a meravigliarsi delle richieste continue di Frisone. Giordano commenta con Duca, le fameliche pretese di denaro del dirigente.

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