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Messina, «a Casa Serena anche l’acqua calda è razionata»

Segnalati disagi all’interno della struttura, Cittadinanza attiva: «Il Comune non verifica quanto il servizio sia reso a regola d’arte per gli anziani ospiti»

MESSINA. Non più di due ore al giorno di acqua calda, riscaldamenti spenti da più di una settimana, pasti scadenti. La realtà di Casa Serena, la struttura comunale che si occupa di assistenza agli anziani, così come viene descritta dai dipendenti e dalla rappresentante di cittadinanza attiva Angela Rizzo, è sconfortante.

A raccontare come funzioni il sistema delle caldaie a Casa Serena è proprio il caldaista, Tommaso Giannetto. Gli ordini di servizi impartiti da Azione sociale e accettati dal Comune sono perentori. «Da una settimana - spiega Giannetto - i riscaldamenti sono rigorosamente spenti. Vietato accenderli. E l'acqua calda viene fornita per circa un'ora al mattino e per tre quarti d'ora di sera». Vale a dire che i circa 43 ospiti o si lavano in quelle ore di acqua o non si lavano. O se vogliono, si lavano con l'acqua fredda. Il 31 dicembre scorso, quando la colonnina di mercurio toccò gli 0 gradi, le caldaie erano spente perché era finito il gasolio. Così i vecchietti e gli impiegati battevano i denti. «Una svista che a cui fu messo riparo» hanno spiegato in quell'occasione, tanto i rappresentanti della cooperativa, quanto i rappresentanti del Comune in tempo record. Ma il tempo che i vecchietti trascorsero al freddo sembrò interminabile. Qualcuno implorò di poter entrare nella guardiola dei custodi per potersi riscaldare davanti ad una stufetta elettrica.

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