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"Terreno del demanio svenduto": 4 arresti a Messina, sospesi 2 regionali

MESSINA. Due dipendenti della Regione siciliana e un dirigente del genio civile di Messina avrebbero svenduto un vasto appezzamento di terreno di proprietà pubblica per meno di 4.000 euro a fronte di un valore effettivo stimato in circa 350.000 euro. E’ questa l’accusa per sei persone: tre cittadini privati, un dirigente del genio civile di Messina e due funzionari della Regione. In particolare, i carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal Gip del capoluogo peloritano, nei confronti di 6 persone: 4 sono agli arresti domiciliari, mentre altri 2 funzionari del Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana sono stati sospesi per 6 mesi dall'esercizio dei pubblici uffici.

Si tratta di Antonella Giuseppina Giuffre’, di 58 anni, Federico Scardino, di 25 anni, Franca La Rocca, di 58 anni, Loredana Giuffrè, di 53 anni, Ninfa Cangemi,di 55 anni, Dania Ciaceri, di 61 anni.
I sei indagati sono accusati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso in atti di ufficio.

In particolare Federico Scardino, Franca La Rocca e Loredana Giuffrè sono i privati,  che grazie all’aiuto dell’architetto del genio civile di Messina di Antonella Giuffrè, avrebbero ottenuto un atto di stima di un terreno nel comune di Furnari. Il  valore del terreno sarebbe stato sottostimato per la successiva vendita. Il funzionario Antonella Giuffrè avrebbe  attestato nell’atto un valore per la vendita pari ad euro 3.944,80 euro, mentre il valore reale di vendita  sarebbe stato di 368 mila euro. Antonella Giuffrè è dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina e avrebbe così creato un ingiusto vantaggio ai privati, mandando la falsa stima del terreno agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana.

Nel mese di luglio del 2014 i due funzionari regionali avrebbero autorizzato la vendita a Scardino, La Rocca e Giuffrè, che poi hanno potuto stipulare il contratto di compravendita in uno studio notarile a Barcellona Pozzo di Gotto l’11 settembre 2014.  I funzionari della Regione Sicilia avrebbero intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai tre privati  arrecando in danno patrimoniale all’ente regionale. I funzionari così avrebbero violato le norme sulla trasparenza della azione amministrativa e avrebbero autorizzato la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato.

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del  Tribunale di Messina, coordinata dal Pm Alessia Giorgianni, con l’aiuto della guardia di Finanza di Barcellona Pozzo di Gotto. I funzionari della Regione Siciliana coinvolti sono stati sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio per sei mesi.  E’ stato disposto il sequestro preventivo del terreno nel Comune di Furnari.

«Sono stato costretto a denunciare questa grave situazione perchè sono stato informato da una persona interessata al terreno che mi aveva avvertito che una parte del parco urbano costiero era stato svenduto. Ora è stata fatta giustizia». Lo dice Mario Foti, sindaco di Furnari. Dalla sua denuncia si è poi sviluppata l'inchiesta della Procura che si è conclusa con sei indagati. «Ho fatto il mio dovere - prosegue Foti - tutelando gli interessi dei beni pubblici fruibili al pubblico, tra l'altro si tratta di una delle parti più belle del nostro litorale. Ho fatto una denuncia penale e un'azione civile chiedendo l'annullamento del contratto e chiamando in causa la Regione siciliana che aveva svenduto il bene senza una gara pubblica».

«Poi ho anche esercitato la prelazione sul terreno come azione subordinata poichè - sottolinea - nel caso si fosse ritenuto valido l'importo stimato, il comune come previsto dalla legge può intervenire».

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