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Viviana e Gioele, si segue la pista dell'omicidio-suicidio. Esperti in Sicilia

Si segue la pista dell'omicidio-suicidio per la morte di Viviana Parisi, la dj 43enne, e il figlio Gioele di 4 anni. Sono tanti ancora i dubbi che avvolgono la vicenda dopo il ritrovamento del corpicino del piccolo a pochi giorni da quello del cadavere della madre. Intanto in Sicilia arriverà una task force di esperti per analizzare i fatti.

«Il corpo del bimbo non è mai stato spostato. Al limite l’ipotesi è che gli animali siano intervenuti e abbiano operato una dispersione dei resti. Non ho mai parlato di uno spostamento del corpo a opera di chiunque». Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che coordina le indagini sulla morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele Mondello.

Sono tanti ancora i dubbi su quanto accaduto. «Occorre ancora capire e appurare» come quei resti siano arrivati dal traliccio al luogo in cui sono stati trovati. Per i magistrati Viviana e Gioele sarebbero morti nello stesso posto.

In un giallo ancora tutto da chiarire la donna, sotto choc per un incidente stradale subito, potrebbe aver lasciato l’auto sulla Messina-Palermo, e aver ucciso Gioele per poi suicidarsi, forse temendo che il bimbo le venisse portato via proprio per le sue condizioni psicologiche.

Oppure il bambino potrebbe essersi ferito nell’incidente, il fatto che alcuni testimoni dicono che era vivo non esclude che possa essersi sentito male dopo. Viviana potrebbe allora aver lasciato il corpo ed essersi buttata dal traliccio per la disperazione.

Indicazioni utili verranno anche da un team di esperti, una task force in arrivo in Sicilia per analizzare tutto ciò che riguarda Viviana Parisi e suo figlio Gioele. «Abbiamo bisogno di un po' di tempo - ha aggiunto il procuratore - per individuare le professionalità che riteniamo le più indicate per arrivare a dare una risposta a quello che è successo e rispondere ai quesiti che ci stiamo ponendo in questo periodo».

«Abbiamo una pista», ha proseguito Cavallo, il quale ha spiegato che «i consulenti danno da subito delle indicazioni sulle quali noi lavoriamo, fermo restando tutti gli accertamenti che arriveranno successivamente. Quando si parla di 90 giorni da parte dei periti, è per il deposito della relazione scritta, ma ovviamente le loro idee loro se le sono fatte e ce le comunicano per orientare le indagini. Ci sono delle piste che riteniamo più attendibili di altre».

I magistrati attendono dall’autopsia e dagli altri accertamenti medico-legali, come dalla comparazione del Dna, «risposte importanti per capire quello che è successo - ha concluso Cavallo -. Esami di questo genere si fanno per questo del resto».

Oggi, infatti, è stato prelevato il Dna dal padre del piccolo, Daniele Mondello, per compararlo con quello estratto dai resti trovati ieri nella collina di Caronia. Sabato dovrebbe svolgersi invece l’autopsia.

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