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"Viviana non ha ucciso Gioele e non si è suicidata": la tesi degli esperti nominati dalla famiglia Mondello

Sono 8 i punti su cui si fondano le tesi del pool tecnico difensivo della famiglia Mondello, coordinato dal criminologo Carmelo Lavorino, sulla misteriosa morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele. Dopo il deposito della consulenza tecnica alla procura di Patti, il team dei super esperti ribadisce alcuni passaggi salienti.

L’approfondimento è curato dal prof. Lavorino e dal Medico Legale Antonio dalla Valle , che insieme hanno effettuato sia l’ispezione dei luoghi in cui è avvenuta la tragedia, sia l’ispezione cadaverica esterna delle due salme. In primis gli esperti affermano: "Viviana non ha ucciso Gioele e non si è uccisa. Non vi è stato alcun crollo psicotico da parte di Viviana, che non è precipitata da quel traliccio.”

“Viviana e Gioele sono morti - proseguono i professionisti - in seguito a precipitazione in un invaso con acqua e lì sono rimasti per diverse ore: lo stato dei corpi, le fratture e alcuni segni particolari e fortissimi indicatori fanno concludere per quanto si è rilevato. In seguito sono stati estratti da una “combinazione criminale”, traslati e posizionati in punti diversi distanti fra di essi circa 500 metri in linea d'aria e oltre un km in tragitto viario. Bisogna valutare con attenzione il significato di “combinazione criminale” e “traslazione”. Abbiamo indicato - sottolinea Lavorino - alla Procura diverse attività investigative che noi non abbiamo la facoltà e il potere di esperire".

"Siamo in attesa di tutti i risultati degli accertamenti tecnici e investigativi - proseguono -.Chi parla di "assenza" di fratture sui talloni di Viviana quale prova di non precipitazione sbaglia in modo plateale, perché quel dato in primis ancora è in verifica e poi le fratture al femore e al ginocchio provano l’esatto contrario, oltre alla ricostruzione della dinamica precipitatoria”.

“Chi parla di “saponificazione” del corpo di Viviana- secondo i consulenti della famiglia Mondello - sbaglia perché tale condizione è intervenuta solo adesso e per l’inadeguata, incongrua e non monitorizzata conservazione del cadavere".

Lavorino e Della Valle in conclusione: “Smentiamo in modo categorico quei “cacciatori di tracce invisibili” che invece di tutelare le iniziative e gli interessi delle persone offese dal reato , non conoscono la differenza fra il Laser Scanner utile alla RITRIDEC (Ricostruzione Tridimensionale del Crimine) e le riprese video e fotografiche con attrezzature Laser 3D, si adeguano ad analizzare gli scenari posti e imposti loro dagli inquirenti e dai loro consulenti senza prendere in considerazione alternative logiche e plausibili, elaborano ed interpretano i dati investigativi-forensi , uno alla volta, senza saperli collegare in modo globale, sistemico, creativo, logico e scientifico, dimenticano che “l'assenza di tracce è una traccia molto forte” e che, quindi, non essendoci tracce di Viviana sul traliccio e viceversa, essendo le fratture riportate da Viviana incompatibili con la precipitazione dal traliccio, non essendoci alcuna traccia/prova di un avvenuto tragitto di Viviana sino al traliccio, hanno l'obbligo logico, scientifico e forense di concludere che il corpo di Viviana è stato traslato dal luogo della morte sino al traliccio”.

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