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Vulcano, due terremoti al largo dell'isola mentre le fumate si intensificano

Isola di Vulcano, i fumi aumentano di intensità

Anche il terremoto al largo dell’isola di Vulcano dopo la mareggiata dei giorni scorsi e la costante attività del vulcano: due eventi sismici sono stati registrati dall’Ingv nell’arcipelago delle Eolie e in particolare vicino a Vulcano, da mesi colpita da una intensa attività del cratere.

Il primo evento alle 23.49 è stato di magnitudo 2.2 e ha avuto l'ipocentro a quasi 5 chilometri di profondità. Il secondo a mezzanotte e 13 minuti sempre di magnitudo 2.2 ed è stato ad una profondità di oltre 7 chilometri. Le due scosse non hanno causato danni a persone e cose.

Il terremoto è arrivato nella notte successiva a una giornata di grandi preoccupazioni sull’isola. C’è stata infatti una super-fumata a Vulcano, mentre prosegue il monitoraggio dei vulcanologi dell’Ingv. «La temperatura dei gas emessi dalle fumarole - spiega Micol Todesco, ricercatrice dell’Ingv - è uno dei parametri che vengono misurati nell’ambito delle attività di monitoraggio geochimico dei vulcani. Recentemente è stata rilevata una temperatura di 344°C». Ma è alta o è bassa? Fino a che valori può arrivare la temperatura dei gas vulcanici? «La risposta è: dipende. La temperatura di una miscela di gas dipende da molti fattori legati alle condizioni del sistema vulcanico e alle condizioni atmosferiche presenti al momento in cui si effettua la misura in superficie (pressione atmosferica, pioggia). I gas vulcanici che alimentano le fumarole sono inizialmente disciolti nel magma, che può raggiungere temperature variabili fra 950 e 1200°C. Se le condizioni sono opportune, i gas si liberano dal magma e risalgono, filtrando attraverso reticoli di pori e fratture, fino a raggiungere la superficie».

Poi avviene che nel corso della risalita, i gas si espandano. «Talvolta - prosegue la ricercatrice - si mescolano con fluidi più superficiali e, in generale, si raffreddano. La misura di questo raffreddamento dipende dalla facilità con cui i gas raggiungono la superficie: quando il magma che li origina è superficiale e i condotti fumarolici sono ben sviluppati, le temperature osservate alla bocca delle fumarola possono raggiungere 800-900°C.». Se il magma è profondo oppure il percorso che i gas devono compiere per raggiungere la superficie è lungo e tortuoso, la temperatura sarà più bassa. «L’eventuale presenza di falde idriche sotterranee - aggiunge Micol Todesco - può contribuire a raffreddare i gas in risalita, stabilizzando la temperatura al valore di ebollizione dell’acqua (100°C, al livello del mare). Anche il verificarsi di piogge intense può ridurre sensibilmente la temperatura misurata, ma in questo caso, la variazione è solo temporanea e la fumarola tenderà a ripristinare i valori misurati prima dell’evento meteorico».

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