I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Patti hanno arrestato un giovane di 21 anni, di Catania, per truffa pluriaggravata. Il provvedimento nasce dalla denuncia di una donna, che ha raccontato di avere ricevuto una telefonata da uno sconosciuto che si è finto un maresciallo della stazione dei carabinieri di Gioiosa Marea.
L’uomo le avrebbe comunicato che la sorella, che vive all’estero, aveva investito un pedone e che sarebbe servito denaro per risarcire la vittima. Al termine della conversazione, interrotta improvvisamente, la donna, insospettita, ha contattato i carabinieri che, anche visionando le videocamere di sorveglianza della zona, sono riusciti a risalire all’autore del raggiro e così, ieri, 6 giugno, lo hanno arrestato. Il ventunenne è noto alle forze di polizia. L’ordine di custodia agli arresti domiciliari è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, su richiesta della locale procura della Repubblica, diretta da Angelo Vittorio Cavallo.
La truffa risale al 14 maggio scorso. Nella tarda mattinata la telefonata alla signora di Gioiosa Marea, proveniente da un numero sconosciuto. Il finto maresciallo le aveva inizialmente chiesto se avesse parenti all’estero. Acquisite le informazioni a lui necessarie, aveva tirato fuori la storia dell’investimento, invitando l’interlocutrice a raggiungere il centro di Gioiosa Marea e specificandole di non recarsi in caserma. La telefonata è durata più di un’ora.
Chiusa la conversazione, però, la donna era andata alla stazione dei carabinieri, i quali le avevano riferito di non averla mai contatta e che, pertanto, quella telefonata poteva essere un tentativo di truffa. La donna è così tornata subito a casa, dove aveva lasciata da sola l’anziana madre, la quale, nel frattempo, aveva anche lei risposto a una chiamata del finto maresciallo, che aveva preannunciato l'arrivo di un consulente del tribunale, cosa che era effettivamente accaduta dopo qualche minuto. Il sedicente consulente del tribunale aveva informato l’anziana donna che la figlia, abitante all’estero, aveva investito un pedone e che, per tale motivo, a titolo di risarcimento a favore della vittima, avrebbe dovuto consegnargli 300 euro e degli oggetti in oro. Prima di farlo, la donna aveva chiesto di contattare la figlia, ma senza riuscirvi, poiché le era stato riferito che la signora era impegnata al telefono proprio con i carabinieri di Gioiosa Marea per la risoluzione del problema. Così l’anziana si è convinta a consegnava monili d’oro e 100 euro in contanti, per un valore complessivo di circa 7.000 euro. Prima di allontanarsi, l’uomo ha chiesto all’anziana signora informazioni su eventuali conti correnti. La donna ha risposto di non avere alcuna disponibilità di fondi.
Portato a termine il colpo, sono entrati in azione i carabinieri di Gioiosa Marea, che hanno acquisito le registrazioni delle telecamere presenti in zona, riuscendo così ad individuare un giovane, le cui fattezze erano compatibili con la dettagliata descrizione fornita dalla vittima del reato, nonché di risalire anche all’autovettura a lui in uso. I successivi approfondimenti hanno consentito ai carabinieri della stazione di Gioiosa Marea e della sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Patti di accertare che l’autovettura era stata noleggiata da un uomo abitante in provincia di Catania. Ulteriori indagini, anche di natura tecnica, hanno permesso di tracciarne gli spostamenti, scoprendo che si muoveva proprio nella zona dell’avvenuta truffa. A quel punto i militari lo hanno identificato senza alcun dubbio come l’autore del colpo, attraverso il riconoscimento fatto dalle persone che avevano avuto modo di vederlo nelle fasi compatibili con l’azione delittuosa.
Ieri pomeriggio l’indagato è stato rintracciato a Catania, dove era già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, poiché già indagato per fatti analoghi. I carabinieri hanno anche perquisito la sua casa, trovando e sequestrando due cellulari, ritenuti utili per il prosieguo delle indagini, e gli indumenti indossati al momento della truffa.
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