È stata emessa nella tarda serata di ieri dal Tribunale di Messina la sentenza del processo Montagna fantasma, con al centro il traffico illecito di rifiuti edili: 15 le condanne, 9 dichiarazioni di prescrizione e un’assoluzione.
Secondo l’accusa, per alcuni anni i principali costruttori della città si sarebbero rivolti al gruppo dei Mancuso, figure di riferimento del clan Romeo-Santapaola per l’esecuzione dei lavori di movimento terra in provincia di Messina, in modo da smaltire illegalmente e a basso costo i loro rifiuti di cantiere in una discarica abusiva tra i boschi di Gravitelli.
Condannati a 2 anni Giovanni Aliberti, Giuseppe Salvatore Aliberti, Domenico De Luca, Antonino Mangraviti, Massimo Mangraviti, Giacomo Mangraviti; ad 1 anno e mezzo Salvatore Amata e Antonio Frasson; a 2 anni e mezzo Santino Fortunato Pagano, Letterio Caronella, Felice e Roberto Giunta; 9 anni e 10 mesi per Daniele Mancuso; 8 anni e 8 mesi per Giuseppe Mancuso; 4 anni e 4 mesi per Giuseppe Puliafito.
Confiscata la discarica, che dovrà essere bonificata e anche la cooperativa Sofia.it. Inoltre è stato dichiarato il non doversi procedere per la prescrizione del reato, considerato nell’ipotesi meno grave di quello contestato inizialmente, nei confronti di Amedeo Branca, Anna Rosaria Siracusano, Giuseppe Lupò, Rosario De Domenico, Giovanni Denaro, Barbara Urso, Filippo Vinciullo, Vincenzo Vinciullo, Antonino Triscari.
L’unica assoluzione nel merito si è registrata per Giuseppe Mangano, titolare della «Co.m.mam. srl», con la formula per non aver commesso il fatto.
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