«Alicudi, Stromboli, Ginostra e Vulcano non sono le prime, né le uniche, realtà nel mondo a trovarsi di fronte a un problema analogo: l’invasione di oltre cinquemila capre selvagge. Lo studio della soluzione richiede competenza e coscienza. Per questo, raccogliendo tutti i pareri e le competenze disponibili in materia, dopo le numerose interlocuzioni istituzionali di questi mesi, domani incontrerò a Palermo l’assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea Salvatore Barbagallo». Queste le parole del sindaco Riccardo Gullo, ormai da mesi, tempestato da richieste degli abitanti delle isole che si ritrovano con danni anche nei centri abitati e a causa dello sterco che lasciano per problemi igienico sanitari e hanno presentato un esposto-denuncia ai carabinieri.
«L’obiettivo – dice Gullo - resta quello di tutelare gli interessi degli abitanti, di cui si comprendono bene le difficoltà, scongiurando al contempo, e se è possibile, soluzioni che non tengano conto della diffusa sensibilità dell’opinione pubblica in merito».
Ad Alicudi, che è stato il primo caso esploso, sono stati coinvolti esperti faunisti incaricati dalla Regione, ed è stato fatto un lavoro di censimento e stima degli animali presenti, il dipartimento regionale ha disposto un piano di eradicazione per l’isola che prevedeva la cattura dell’80% dei capi e la loro donazione agli allevatori che ne facessero richiesta. La notizia aveva fatto il giro del mondo, suscitando interesse e ammirazione per una soluzione che tentava di mettere insieme i diritti degli animali e le necessità degli abitanti, afflitti dall’invasione delle capre.
La ditta che si era aggiudicata l’appalto, però, non ha effettuato l’intervento per il quale era stata incaricata e i tempi si sono allungati. Un nuovo bando è stato pubblicato dalla Regione e un’altra ditta procederà a breve ai tentativi di cattura.
«Si tratta di un tempo non troppo lungo – puntualizza Gullo - in relazione ai 20 anni trascorsi da quando le capre sono scappate al controllo dell’uomo e hanno iniziato a popolare le isole. Oggi, certamente, i disagi dei cittadini sono notevoli, così come i danni al patrimonio naturalistico e ambientale, con la vegetazione ridotta ai minimi termini dalle esigenze alimentari degli animali e i muretti a secco danneggiati dal loro passaggio. Un problema serio, che deve essere affrontato tenendo conto, però, che si tratta di esseri viventi, non autoctoni ma pur sempre viventi. Uno di quei classici temi che dovrebbe interpellare le coscienze e le sensibilità di tutti; specie se, come invocato da alcuni, la soluzione più rapida e facile sarebbe l’abbattimento massiccio degli animali». Foto e video Notiziarioeolie.it
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