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Fisco, cartella da 29 milioni al Comune di Messina: rischio default

Recapitata all'amministrazione come azionista di Messinambiente

Il sindaco di Messina, Renato Accorinti

MESSINA. Una cartella esattoriale dell'Agenzia dell'Entrate di 29 milioni di euro è stata recapitata stamani al Comune di Messina quale maggiore azionista di Messinambiente, la società di smaltimento di rifiuti che avrebbe contratto i debiti oggetto della cartella verso lo Stato e altri creditori. Se un debito così alto diventasse effettivo, il Comune di Messina, già a rischio dissesto, potrebbe fallire. Il debito è precedente al 2013.

La situazione finanziaria dell'azienda rifiuti è praticamente al collasso. Le ultime cifre parlano di sette milioni e mezzo di euro di disavanzo sul consuntivo 2014 della società che cura la raccolta, mentre per l’assunzione dei dipendenti Ato all’azienda Meridionale acque, è notte fonda.

Caldissimo, insomma, il fronte «rifiuti e società partecipate». In primo piano a Messina proprio i conti di Messinambiente e la Tari. Il tributo sui rifiuti, è contestatissimo ed è ritenuto iniquo in rapporto al servizio prestato, dai due consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo e da un cartello di associazioni che questa mattina scenderanno in piazza per manifestare davanti al municipio. Ma andiamo per ordine.

Quanto emerge dal bilancio di Messinambiente, documento ancora non approvato ma già consegnato all’organo di revisione, non è rassicurante. C’è un disavanzo di sette milioni e mezzo di euro. Una tegola che rischia di ripercuotersi anche sui conti del Comune. È emerso nelle ultime ore. I soldi in questione dovranno essere ripianati dal Comune. E non potranno essere inseriti nel piano di riequilibrio già impacchettato da tempo e spedito a Roma.

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