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Messina, intercettazioni inutilizzabili: cadono le accuse di corruzione elettorale per 14

Il gup di Messina Monica Marino ha dichiarato oggi non doversi procedere per l’accusa di corruzione elettorale nei confronti di 14 persone, tra cui diversi esponenti politici, nell’ambito dell’inchiesta su presunti brogli alle regionali del 2017, perché inutilizzabili le intercettazioni sono state dichiarate inutilizzabili. Dell’inchiesta, alla fine del vaglio preliminare, resta in piedi soltanto la vicenda legata ad una presunta estorsione contestata a Francesco Pettinato, che è stato rinviato a giudizio.

Stralciate invece la posizione di Marco Pettinato che tornerà davanti al giudice il prossimo 10 febbraio e quella dell’ex consigliere provinciale Roberto Cerreti, che ha chiesto la messa alla prova. Non si procederà invece nei confronti dell’ex parlamentare regionale Santo Catalano di Milazzo, l’ex sindaco di Milazzo Lorenzo Italiano, Rocco Cambria, Francesco Salmeri, la candidata a sindaco alle ultime amministrative a Librizzi Maria Pamela Corrente, Enrico Talamo di Patti, Armando Buccheri di Terme Vigliatore, Carmelo Fascetto di Nicosia, i messinesi Placido Smedile, Davide Lo Turco, Giuseppa Zangla. L’inchiesta, della Dia partita nel 2018, ha ricostruito un gran numero di “contatti» durante le elezioni del 2017, tra promesse e richieste di favori e una serie di «mazzette» elargite per distribuirle ai grandi elettori della provincia di Messina, sparsi tra la città e i vari centri della zona tirrenica.

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