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Il ministro Nordio a Taormina: «No alle interferenze dell'Anm, l'interlocutore è il Csm»

La riforma della giustizia al centro delle polemiche. «Qualcuno ha detto che abbiamo approvato il disegno di legge in omaggio a Berlusconi. È un'ipotesi bizzarra, è chiaro che si tratta di un lavoro che va avanti da mesi»

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene sulla polemica con il presidente dell'Anm (Associazione nazionale magistrati) Giuseppe Santalucia a proposito della riforma della giustizia. «Se un magistrato singolarmente - dice il ministro - ritiene dal suo punto di vista che una legge sia sbagliata, nessuno ha il diritto di togliergli la parola o di dire che interferisce». Ma se «il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime», allora, «secondo me in corretto italiano queste sono interferenze». Nordio si trova a Taormina per partecipare a Taobuk. E torna a parlare del disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri, ribadendo peraltro che «l’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm».

Secondo Nordio, «l’abuso d’ufficio era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione». Poi una stoccata a chi ha accusato il governo di avere presentato la riforma subito dopo la morte di Berlusconi. Tra gli altri, la segretaria del Pd Elly Schlein, cha ha definito un errore «cogliere la morte di Berlusconi per portare avanti riforme a spallate». «L’altro giorno - ha detto il ministro in Sicilia - qualcuno ha detto che abbiamo approvato questa riforma della giustizia perché, essendo morto Berlusconi, volevamo tributargli un omaggio, come se 24 pagine su codici penali potessero essere state scritte per la morte di un uomo che tra l’altro se ne è andato purtroppo improvvisamente. È una coincidenza. È chiaro che era un lavoro che andava avanti da mesi. La polemica politica è arrivata al punto tale di bizzarria per cui si è perfino ipotizzato questa ipotesi stravagante. Ma anche questo era stato messo in bilancio».

Nordio risponde poi all’avvocato Franco Coppi, che ha criticato l’eventuale abolizione dell'abuso d’ufficio, affermando che il pm adesso procederà per corruzione. «Mi rifiuto di pensare - dichiara il ministro - che un pm, se non riesce a contestare un reato, ne cerchi un altro. Il pm deve guardare i fatti. E se quel fatto si inserisce nella struttura tipicizzata del reato dell’abuso di ufficio, e oggi è abrogato, è inutile che lo inserisce nella struttura tipica del reato di corruzione, che è completamente diversa. Se così accadesse, significherebbe che quel pm non sta guardando al reato ma al reo, cioè alla persona che vuole colpire e che magari è un politico».

Secondo il ministro, «è giusto che una persona venga avvertita prima di essere arrestata, così da potersi difendere, e non dopo, quando verrà scarcerato dal Tribunale della Libertà. A me sembra un principio di coerenza. Nella nostra proposta - aggiunge - se il giudice, dopo l'interrogatorio emette l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, deve motivare perché dissente dalla linea di difesa dell’imputato. Se è una difesa non convincente, allora lo manda in prigione».

 

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