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Schifani: «La Regione sarà parte civile contro chi ostacola il Ponte sullo Stretto»

Dura accusa alla sinistra contraria all'opera nel giorno in cui Bonelli e Fratoianni annunciano a Messina un esposto contro il progetto

«La levata di scudi della sinistra contro il Ponte di Messina è l’emblema di quel fronte del “no” ideologico alle grandi opere che per troppi anni ha paralizzato il Paese, impedendone la crescita e lo sviluppo». Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, scende in campo a difesa del progetto per il collegamento stabile fra Sicilia e Calabria. «Il mio governo - tuona - è determinato a mettere in campo ogni forma di iniziativa a sostegno di questa infrastruttura strategica: siamo pronti anche a costituirci parte civile nei confronti di coloro i quali si rendessero protagonisti di azioni penali temerarie per rallentare l’opera. La Sicilia e l’Italia tutta non hanno più tempo da perdere».

Una chiara replica a quanto avvenuto stamane in un incontro a Messina, nel corso del quale Angelo Bonelli, leader di Europa Verde ha annunciato la presentazione di un esposto contro l’opera. «Abbiamo messo su un pool di avvocati - ha detto - che sta analizzando altri aspetti che sono le questioni ambientali, delle procedure, della concorrenza, sappiano che noi non molliamo». Bonelli ha spiegato che «fare l’esposto è stato un atto necessario perché la società Stretto di Messina e il governo trattano questa materia con assoluta riservatezza e questo è assolutamente inaccettabile».

«Ribadiamo che la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina - ha proseguito Bonelli - è un furto di risorse al Sud nei confronti di una carenza cronica di ferrovie, di un assenza di investimenti nella sanità o al tema della difesa del suolo. Posso dire che abbiamo messo su un pool di avvocati che sta analizzando altri aspetti che sono le questioni ambientali, delle procedure, della concorrenza, sappiano che noi non molliamo. Lo sappia sia Salvini che la società Stretto di Messina che non molliamo perché vogliamo difendere non solo gli interessi dei siciliani e dei calabresi, ma anche gli interessi del resto degli italiani che devono sapere che anche le loro risorse vengono utilizzati a fini che non sono quelli dell’interesse pubblico del paese». Questa, secondo Bonelli, «è una battaglia politica nazionale su cui sarebbe anche utile cominciare a ragionare sulla possibilità di raccogliere le firme per un referendum per sapere cosa ne pensano gli italiani sul ponte sullo stretto e per abolire quel decreto ai sensi della Costituzione italiana».

È stata un’affollata conferenza stampa quella che oltre a Bonelli ha visto protagonista Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. Sono giunti stamattina in riva allo Stretto, in una mattinata segnata dal forte scirocco, per fare il punto della situazione. E la nutrita partecipazione ha dato lo spunto al leader di Alleanza verdi e sinistra per un selfie col pubblico da inviare in diretta al ministro Matteo Salvini. Messaggio: il territorio è con noi, non vuole il Ponte. Bonelli ha quindi detto che, nonostante sei richieste alla Stretto spa, non ha ancora potuto ottenere la relazione di aggiornamento del progetto, da qui l’esposto alla Procura di Roma cui a giorni invierà una documentazione integrativa perché sono via via emerse altre perplessità e la più grave riguarda l’atto negoziale con il contraente generale: «Si gioca tutto sulla penale che favorirebbe il contraente a scapito dello Stato». Dunque, ha sottolineato anche Fratoianni, uno scempio di risorse che ammonterebbero a 14,6 miliardi mentre la gara originaria di un decennio fa era di 3,8 miliardi. Poi il capitolo Europa, sbandierato dal ministro, mentre non risulta che si sia finora deliberato alcunché. «Io martedì sarò a Bruxelles - ha detto - per rendermi conto di cosa è stato prodotto e per fornire informazioni. Voglio capire come stanno le cose». Infine, l’annuncio di un vademecum per gli sfrattandi con cui saranno fornite utili indicazioni per opporsi e a tal fine la costituzione di un pool di legali per i ricorsi.

«Faremo battaglia in Parlamento e anche fuori - ha aggiunto Fratoianni - contro un’opera che riteniamo inutile, enormemente costosa, che rischia di sottrarre ancora più risorse al Mezzogiorno». Nell'incontro, che si svolto al Capo Peloro Resort alla presenza di comitati e associazioni, Fratoianni ha usato parole forti: «È’ l’ennesima bufala propagandistica - ha detto - e l’ennesimo spreco di risorse pubbliche che andrebbero orientate in tutt’altra direzione. Per questo siano contrari, non perché siamo contro le opere a prescindere come qualcuno vorrebbe raccontare, ma perché facciamo un ragionamento che ha a che fare con le priorità, con i bisogni generali dei cittadini siciliani e non solo. Abbiamo presentato l’esposto non perché vogliamo accusare qualcuno, non è il nostro mestiere, ma perché pretendiamo di avere trasparenza che ad oggi non è stata garantita. Questo Paese ha bisogno di un’altra politica, che metta al centro la messa in sicurezza idrogeologica e sismica del Paese, che rilanci investimenti sul welfare per proteggere le persone più fragili. Siamo un paese nel quale cresce la diseguaglianza in modo insopportabile e la maggioranza propone lo “spacca Italia” di Calderoli, quindi fotografare le diseguaglianza e le differenze e allargarle ulteriormente».

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