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Alle Isole Eolie arriva il progetto delle oasi blu: selezionate le aree per la tutela del mare

Obiettivo la salvaguardia delle biodiversità, delle specie protette e della posidonia oceanica. Da effettuare attività di monitoraggio e pulizia

Delfini alle Eolie

In attesa della realizzazione dell’area marina protetta di cui si parla da anni, ma nelle Eolie non mancano le divisioni, è tutto pronto per concretizzare il progetto Blue Oasis che punta alla salvaguardia del mare. È portato avanti dall’associazione Filicudi WildLife Conservation-pronto soccorso tartarughe marine, in collaborazione con E-on. «Prevede di individuare, in ognuna delle sette isole dell’arcipelago – spiega Monica Blasi, fondatrice e presidente di Filicudi WildLife Conservation, alcune oasi blu, ovvero aree ad elevata biodiversità, habitat importanti per la presenza di specie protette (foca monaca, cetacei, caretta caretta) e di posidonia oceanica o aree ad elevato rischio perché impattate da attività antropiche, dove effettuare attività di monitoraggio, pulizia (beach cleaning e pulizia del fondale), sensibilizzazione, azioni di tutela e recupero e di Citizen Science».

Alle Isole Eolie non è stata istituita un’Area marina protetta e «il processo di istituzione - spiega la biologa romana - è ancora lungo. Tuttavia, attraverso il progetto Blue Oasis molti siti marini di importanza ecologica e conservazionistica possono essere identificati e tutelati attraverso attività di volontariato che coinvolgano i cittadini o sfruttando vincoli di tutela già esistenti o di ordinanze locali».

Sull’Amp delle Eolie ci sono ancora divisioni. Al momento l’unico sindaco che ha preso posizione favorevolmente è stata Clara Rametta di Malfa, comune di Salina. Non sono convinti gli altri due sindaci della stessa isola, quelli di Santa Marina e Leni, rispettivamente Domenico Arabia e Giacomo Montecristo, mentre Riccardo Gullo di Lipari ancora non ha preso posizione. Nettamente contrario Angelo Pajno, presidente dell’Associazione Eolie Mare Libero: «Si riparla – dice – di istituire divieti e limitazioni che investono principalmente i residenti, e cioè coloro che si sentono i titolari legittimi della fruizione del loro mare e delle loro terre. Vedo già l’accigliarsi del probo ambientalista a tale affermazione: “Ignorante plebeo, il mare ed il territorio appartengono all’umanità tutta e nell’ambito di tale, divino, disegno rivesti solo il ruolo di fastidioso granello di sabbia che rischia di bloccare l’ingranaggio e che mal non sarebbe - se solo si potesse - aspirar via con la scopa elettrica” (naturalmente alimentata ad energia solare). Eppure, parlando degli strumenti per raggiungere il fine (una effettiva tutela dell’ambiente terraqueo) nel pieno rispetto di chi vive, lavora ed opera in queste isole per 365 giorni l’anno, forse si sarebbe potuto trovare un punto d’intesa».

Foto Notiziarioeolie.it 

 

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