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Filicudi, la tartaruga non ce l’ha fatta: aveva ingerito un amo e a Lipari si cerca un posto per curarle

Era stata recuperata al largo delle Eolie in condizioni disperate

«Purtroppo la dolce Sting Ray non c'è più», commenta con gli occhi lucidi Monica Blasi, direttrice efondatrice di Filicudi Wildlife Conservation-Pronto Soccorso Tartarughe Marine.

«Era stata recuperata al largo delle Eolie in condizioni disperate – spiega - e, nonostante gli sforzi di tutti, non ce l'ha fatta. Per noi è sempre un duro colpo quando non riusciamo a salvare un animale, specie quando davanti abbiamo un esemplare adulto con chissà quanto mare ancora da navigare. Per noi è sempre una sconfitta quando non c'è più niente da fare per aiutare un povero animale ferito dall'incuria umana».

La biologa romana lancia un appello: «Sarebbe bastato recuperare l'animale a bordo e portarlo subito ad un centro di recupero invece di tagliare la lenza e rigettarlo a mare. L'amo dopo mesi che è stato ingerito se non provoca subito una emorragia risulta in infezioni gravi spesso mortali. La lenza ingerita è ancora più pericolosa perché provoca lacerazioni intestinali che determinano anche l'esito del post intervento di rimozione dell'amo».

Resta il problema di uno spazio da trovare a Lipari dove poter effettuare le manovre di recupero e soccorso delle tartarughe marine durante il periodo invernale: «Purtroppo il Turtle Point di Filicudi in inverno diventa difficile da gestire e anche da raggiungere a causa della carenza di servizi e trasporti e della mancanza di un porto riparato».

Foto Notiziarioeolie.it

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