È stato un Natale che si è svolto in un clima di mestizia per i circa quaranta residenti che vivono nelle loro case abbarbicate sul versante meridionale del vulcano. A Ginostra, il minuscolo borgo di Stromboli raggiungibile solo via mare, non è stato infatti possibile celebrare la tradizionale messa di Natale, come avviene invece in tutto il mondo. Il portone dell’unica chiesa è rimasto sprangato, per via dei lavori di ristrutturazione ancora in corso e dei tanti disastri che hanno flagellato l’isola in questi ultimi mesi.
Dall’incendio del maggio scorso, durante le riprese della fiction televisiva sulla Protezione Civile, che divorò centinaia di ettari di macchia mediterranea, all’alluvione di agosto con un fiume di fango che dalla montagna ormai dilavata si riversò sull'abitato. Fino all’ultima eruzione del vulcano avvenuta il 4 dicembre scorso che ha provocato un distacco della Sciara del fuoco e un piccolo maremoto. Da allora Ginostra è ancora parzialmente ricoperta di sabbia lavica mentre metà della borgata è transennata per via delle frane del costone su cui si poggia il villaggio.
«Ci auguriamo - afferma Mario Lo Schiavo, 80 anni, storico portavoce dei residenti - che il 2023 possa essere per noi l’anno della rinascita e che si proceda finalmente alla messa in sicurezza del nostro amato borgo attraverso tutte quelle opere, in particolare il consolidamento del costone e l’approdo, che se pur finanziate ed appaltate stentano a partire». Gli fa eco Gianluca Giuffrè, giornalista pubblicista e titolare dell’unico mini market, che con la moglie e i figli ha deciso di rimanere ostinatamente nel luogo dove è nato. «Ginostra sembra un paese fantasma - spiega - , siamo prigionieri nelle nostre case e l’atmosfera natalizia non si percepisce per niente. Il borgo poggia in buona parte sul costone che si sta sgretolando lentamente e rischia di crollare sulla stradina che conduce al porticciolo, unica nostra via di fuga. Hanno transennato le strade, dichiarato inagibile numerose abitazioni e interdetto la chiesa eppure - sottolinea - non è stato ancora avviato alcun intervento concreto nonostante un finanziamento di 3,8 milioni di euro».
Dice di provare «rammarico e tristezza» per non avere potuto celebrare la Messa di Natale anche il parroco di Stromboli, padre Giovanni Longo. «Mi consola sapere - aggiunge - che i miei carissimi parrocchiani hanno seguito in televisione la Santa Messa di Papa Francesco». Ma il sacerdote, rivolgendosi ai fedeli, lancia anche un messaggio di speranza: «Quel portone - assicura - non resterà chiuso per sempre. Tra qualche mese il borgo avrà finalmente una chiesa e una canonica totalmente ristrutturate ed il prossimo anno anche Ginostra potrà così festeggiare finalmente il Natale».
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