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Basket per disabili, familiari, medici e campioni: Messina alle finali nazionali

Baskin è più di una squadra. È la realizzazione di un desiderio legittimo attraverso l’unione di due realtà: il basket e l’inclusione. I giocatori del baskin sono infatti sia i disabili, che i loro familiari, medici e giocatori professionisti. I sogni a volte si avverano e la squadra messinese di baskin della Società dei servizi riabilitativi di Messina, ha vinto il concentramento Sud del campionato nazionale di baskin nella fase interregionale a Trani, in Puglia, ottenendo l’accesso alla finale nazionale del 24, 25 e 25 giugno a Isola Vicentina.

Baskin Ssr è stata creata alla fine del 2107 dalla Società servizi riabilitativi di Messina, presieduta da Mimmo Arena, in modo davvero inclusivo, ossia formando una squadra con i propri pazienti, i familiari, dipendenti e anche giocatori del Castanea Basket 2010.

Un grande risultato per il nuovo comitato della Società servizi riabilitativi da poco insediato che ha confermato la presidenza a Domenico Arena e nominato i consiglieri Carmelo Galipò e Carmelo Caporlingua per il prossimo triennio.

«Ci prodigheremo nell’incrementare i servizi – aveva precisato Arena - convinti che non si possa lasciare indietro nessun bisognoso di cure e presteremo maggiore attenzione alle malattie rare sulle quali non c’è sufficiente letteratura scientifica e servizi specifici». La Ssr porta avanti collaborazioni con varie associazioni e ha fatto ripartire la squadra Baskin. È convenzionata col sistema sanitario regionale nelle sedi messinesi di Capo d’Orlando, Barcellona, Lipari, Mistretta, Nizza di Sicilia, Patti e Villafranca Tirrena.

«Sulla scorta delle linee stabilite con la Presidenza SSR – spiega l’assessore alle Politiche giovanili di Capo d’Orlando, Carmelo Galipò – valuteremo attentamente i bisogni e le nuove esigenze del territorio, elaborando risposte attente e con lo sguardo rivolto soprattutto ai più piccoli». Una sfida che supera gli ostacoli grazie al baskin, uguale al basket ma con dieci regole in più che permettono anche ai soggetti più fragili di giocare, in un progetto di vera inclusione.

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