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Auto rubate e "cavallo di ritorno", retata con dodici arresti a Messina

Rubavano auto e moto e poi chiedevano il riscatto ai proprietari. Con questa accusa la guardia di finanza di Messina ha arrestato dodici persone. Le accuse sono: furto, ricettazione, riciclaggio ed estorsione.

Una operazione del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina che ha permesso di individuare la banda che operava in particolare nel quartiere Giostra.

Secondo le indagini il gruppo era specializzato nei furti e nel riciclaggio e ricettazione di auto e ciclomotori, ma anche di pezzi di ricambio. In varie occasioni sarebbero state riscontrate anche delle estorsioni nei confronti delle vittime, proponendo di pagare somme di denaro con il classico metodo del “cavallo di ritorno”.

I furti venivano operati soprattutto nel corso della notte e poi rivenduti sul web o, su richiesta, a titolari di officine compiacenti. Se non restituiti ai proprietari dietro riscatto.

Gli investigatori sottolineano che "il gruppo godeva di un 'consolidato riconoscimento' nel contesto territoriale messinese: allorquando un mezzo veniva rubato in una determinata zona, le persone offese o eventuali intermediari risultavano consapevoli di doversi loro rivolgere per il relativo tentativo di recupero".

Documentati anche collegamenti con ambienti criminali catanesi, tanto che eventuali furti compiuti “in trasferta” potevano essere recuperati anche in quella provincia.

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