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Cateno De Luca presenta la sua "Sicilia Vera": "Confermo la mia corsa per la Regione"

«Vorrei iniziare questo percorso chiedendo scusa ai siciliani perchè gli abbiamo regalato Musumeci. Anche perchè dopo una iattura come Crocetta, una sciagura come Musumeci la Sicilia non la meritava». Così Cateno De Luca incontrando stamane i giornalisti all’Ars, a Palermo, per presentare l’Assemblea degli amministratori locali di 'Sicilia Vera", il movimento politico fondato dal sindaco di Messina, e annunciare di fatto l’avvio della campagna elettorale per la presidenza della Regione.

«Mi sento responsabile perchè c'è una Regione che funziona solo tre mesi l’anno - ha proseguito - e per gli altri nove mesi non so cosa fanno. Non si riesce ad approvare un bilancio nei termini di legge mettendo in ginocchio il sistema dei comuni e delle imprese». Per non parlare «dell’assessore Armao 'Meravigliaò, un fanfarone sotto il profilo politico e contabile», ha proseguito: «L'1 e il 2 ottobre si terrà a Taormina l’Assemblea del movimento Sicilia Vera», ha detto poi De Luca annunciando anche che a febbraio si dimetterà dalla carica di sindaco «per cominciare a governare. Sarà il momento per iniziare un percorso nuovo, ma il tema non sarà la candidatura alla presidenza della Regione perchè io già sono candidato. Questo lo ribadisco per l’ennesima volta: la discussione riguarda esattamente un’altra questione, se saremo da soli e quindi faremo una grande cortesia al centrosinistra; quindi continuare da soli mi chiedo a chi convenga...».

"Siamo in campagna elettorale da mesi, soprattutto da quando abbiamo dovuto registrare in termini irreversibili che la Sicilia è senza un vero governo. E’ fatta da soggetti che continuano a utilizzare la Sicilia come semplice piattaforma politica. E’ giunto il momento che venga amministrata da chi ha già un lungo curriculum di amministratore conquistato sul campo», ha aggiunto Cateno De Luca.

«Non imbarcherò nelle mie liste deputati uscenti nè voglio assessori che hanno fatto già la pessima esperienza con gli ultimi due governi, una iattura e sciagura, che ci hanno preceduto - prosegue puntando il dito soprattutto contro gli assessori Baglieri, Zambuto e Armao - questo vale per me e vale per qualunque tipo di accordo si possa immaginare».

Incalzato dai giornalisti sul perimetro delle possibili alleanze, il sindaco di Messina non si sbilancia, ma fissa una scadenza: «Non abbiamo pregiudizi, ma non siamo disponibili a svendere la nostra storia per uno strapuntino. I tempi non li detto io, ma non me li faccio dettare, semmai li impongono fatti amministrativi ben precisi. A febbraio mi dimetterò da sindaco ed è ovvio che entro quella data ci sarà un percorso ormai avviato e irreversibile. Questo significa che chi ritiene possa essere un elemento indispensabile anche per una colazione venga a discutere. E se c'è qualcuno migliore di me in termini di esperienza io farò 10 passi indietro per amore della Sicilia, ma portatemi questa Maradona della politica».

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