A Vulcano, nelle Eolie, gli isolani sono in fermento perché vogliono tornare a casa, nella zona dichiarata rossa per l’alta concentrazione di anidride carbonica, e si fanno sentire con l’affissione di uno striscione all’insegna dello slogan «vogliamo ricominciare a vivere».
Il Comitato: "Il divieto di accesso ci togli l'unica fonte di sostentamento economico"
«Come comitato spontaneo per la difesa dell’isola di Vulcano - dice il rappresentante Leonardo Basile - ci siamo costituiti all’inizio di questo mese a seguito della forte preoccupazione relativa alla situazione vulcanologica e alle ordinanze intercorse. Come appare evidente - le ordinanze degli ultimi mesi, e in particolare il divieto di accesso all’isola, tolgono l’unica fonte di sostentamento economico, nonché la vivibilità dell’isola stessa, a tutta la popolazione. Da settimane rivendichiamo espressamente una comunicazione adeguata e fruibile relativa al monitoraggio dei fenomeni vulcanologici da parte degli enti preposti, sostanzialmente spariti da tempo dall’isola; l’apertura di un tavolo di crisi per tutti i disagi creati dalle ordinanze sindacali fin qui emesse in relazione in particolare ai danni da lucro cessante per le attività commerciali; l’emanazione di un piano di emergenza condiviso con la popolazione ad oggi inesistente; la relazione, chiara e puntuale, degli scenari di crisi previsti in relazione ai parametri legati alla fenomenologia vulcanologica». «Auspicavamo - conclude - l’immediata cessazione del divieto di non accesso all’isola dei non residenti, da noi ritenuta per molteplici ragioni del tutto irrazionale e contraddittoria al momento».
Allo studio una prova simulata di evacuazione dell'isola
Il sindaco Marco Giorgianni ha già ribadito che è in attesa di indire una riunione con gli isolani alla presenza degli esperti dell’Ingv, Protezione civile, Arpa, Ispra e Asp e inoltre e inoltre dell’aggiornamento dei dati sulla situazione che si registra a livello vulcanologico, in modo tale che si potrà adeguare il piano della stessa Protezione civile per poter organizzare una prova simulata di evacuazione dell’isola da parte dei 500 abitanti.
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