
La polizia scientifica sa analizzando ogni angolo del nono piano della residenza universitaria Paolo Borsellino, a Torino, dove la notte tra sabato e domenica è stata aggredita e violentata la studentessa messinese di 23 anni.
Il piano dove si trova la stanza della giovane, è proprio accanto a una porta anti-incendio, di quelle allarmate, che però non sarebbe stata usata per la fuga. Le analisi tecniche sono una parte del lavoro degli investigatori per identificare l’uomo che ha bussato ed è riuscito a farsi aprire, per poi violentarla nella sua stanza nella residenza universitaria vicina al Politecnico, a poche fermate di metropolitana dal centro. La polizia ha acquisito tutti i filmati delle telecamere di sorveglianza della residenza e della zona.
Dai primi accertamenti, basati sul racconto della ragazza, si tratterebbe di una persona di colore, che i filmati individuano entrare e uscire dalla palazzina a distanza di circa un’ora. Gli investigatori vogliono far luce anche su come sia stato possibile per l’aggressore entrare nel campus. Tra le ipotesi investigative quella che l’uomo possa essere passato da un garage in via Vochieri, la strada che fa angolo con via Paolo Borsellino.
«I campus sono vigilati 24 ore su 24 - spiega Alessandro Ciro Sciretti, presidente Edisu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) - però abbiamo deciso di rafforzare la vigilanza non solo all’interno della struttura Borsellino, ma anche in altre strutture sul territorio della città di Torino. Sono in contatto con il ministro Anna Maria Bernini, che sta seguendo da vicino la vicenda». E proprio il ministro dell’Università sarà nel capoluogo piemontese domani (giovedì 2 novembre) per esprimere vicinanza alla ragazza e al territorio.
4 Commenti
Ros68
02/11/2022 06:47
Ma che si aspetta ad istituire la castrazione chimica?...tra il tutelare la libertà personale di uno stupratore e quella della prossima sventurata di turno la scelta è più che banale!
Antonelloz
02/11/2022 10:25
Qua siamo di fronte ad un bivio,o continuiamo a far finta di non vedere il problema come fanno in altri paesi dove hanno istituito le no go zone(per chi non lo sapesse sono veri e propri ghetti dove lo stato non mette più piede e di conseguenza chi ci va lo fa a suo rischio e pericolo)oppure ci rendiamo conto che quello degli stupri è un problema strettamente collegato all'immigrazione selvaggia.questo non vuol dire che tutti gli africani sono stupratori ma che molti di quelli che arrivano sono delinquenti,e visto che i paesi d'origine se ne guardano bene dal riprenderli o si bloccano gli arrivi oppure tra non molto dovremo camminare tutti armati
Giovanni palermo
04/11/2022 23:17
Quanto scrive antonelloz è smentito da fatti, storia, cronache e statistiche. Gli stupri non sono affatto correlati con l'immigrazione. L'82 per cento delle donne italiane stuprate è stata stuprata da italiani! Nei giorni scorsi italiano ha stuprato una giovane nei viali del policlinico di Roma e vi è stato uno stupro di gruppo ad opera di italiani ai danni di un'altra ragazza in un'altra località italiana. Ma è la storia italiana ad essere piena di stupri commessi da italiani, dal mostro del Circeo allo stupro di terrazza sentimento al duomo di Milano l'anno scorso, dallo stupro di gruppo ai danni di Franca Rame (opera di neofascisti con complicità di carabinieri) a tanti altri stupri commessi da italiani.
Giovanni palermo
04/11/2022 23:19
Antonelloz, Non c'è stato processo, sentenza, condanna, rinvio a giudizio e nemmeno indagine preliminare. Quindi nessuno può sapere chi è stato. E molte volte gli inquirenti forniscono informazioni volutamente sbagliate per confondere i sospetti. Peraltro un quotidiano piemontese scrive che il sospetto era incappucciato. Inoltre i quotidiani locali confermano che il campus è vigilato 24 ore su 24 e gli esterni non possono entrare. Inoltre per entrare anche gli studenti residenti devono essere identificati e fornire documenti di identità. Quindi già è impossibile che un italiano entri nel campus figuriamoci un immigrato. Come potrebbe mai entrare e uscire indisturbato da un campus inaccessibile e per giunta di notte è un interrogativo che non vi ponete?