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La studentessa messinese stuprata in camera, la vicina di stanza ascoltava musica in cuffia

L'arrivo della polizia scientifica

Sono al lavoro anche oggi gli agenti della polizia scientifica di Torino, al nono piano della residenza universitaria Paolo Borsellino, sull’omonima via, dove nella notte tra sabato e domenica una studentessa di 23 anni di Messina è stata aggredita e stuprata.

Nello stesso piano dove si trova la camera della giovane vivono altre due ragazze. Una, quando è avvenuta l’aggressione, tra mezzanotte e mezzanotte e mezza, si trovava fuori dal campus, mentre la seconda non avrebbe sentito nulla, perché ascoltava della musica con le cuffie, chiusa nella sua stanza. E proprio a causa della musica in cuffia, non ha sentito la ragazza che ha subito l’aggressione, che è corsa poi proprio a bussare alla sua porta, per chiederle aiuto. A questo punto la 23enne è tornata nella sua camera e ha tirato la corda antipanico presente nella doccia, collegata alla reception. I primi a soccorrere la ragazza sono stati quindi i dipendenti del campus, saliti dalla reception, insieme alla vicina di stanza, che al quel punto era uscita dalla stanza per il trambusto.

Gli investigatori hanno interrogato, a quanto si apprende, uno studente che vive a un piano inferiore, l’unico che avrebbe sentito dei rumori provenienti dall’ultimo piano. Tra le ipotesi degli inquirenti c’è quella che l’aggressore, per entrare nella residenza universitaria, sia passato dal garage della strada all'’angolo, via Vochieri.

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